Il canto della notte – Intervista a Camilla Morgan Davis


Vorrei partire con questo articolo sottolineando il fatto che sono rimasta molto colpita positivamente da questa scrittrice. Prima di tutto devo dire che, avendola ascoltata durante un dibattito sul fantasy “dopo Harry Potter” mi ha colpito la sua umiltà e la sua buona conoscenza di questo mondo amato e misterioso. Le sue risposte, mai ostentate, sono state chiare e pulite. Non ha attaccato altri scrittori, anzi, ha positivamente sottolineato che il fantasy fa bene a tutti, e non importa il genere, se dark, horror o romance, l’importante è che appassioni lettori, grandi e piccoli a questo nostro mondo meraviglioso.

Si legge subito fra i suoi sorrisi, che è una sognatrice, sebbene si veda dal suo portamento che è una ragazza con la testa sulle spalle. Certo, come lei stessa ha affermato più volte nel dibattito, è proprio dal sogno che tutto si evolve, da dove lo scrittore prende spunto, sebbene la realtà debba in ogni modo emergere, proprio per avvicinare questi due mondi paralleli.

Come mi aspettavo dalla prima occhiata si è rivelata cordiale e subito disponibile a fare una bella chiacchierata con me, e ne sono rimasta felicemente colpita.

Si vede che crede nel suo lavoro e che si è appassionata ai suoi personaggi, perché il suo sguardo si illuminava mentre me ne parlava con tanto entusiasmo, invogliandomi a comprare subito una copia del suo romanzo.

Non vogliatemene cari lettori, non sto esagerando, ma se questo romanzo rispecchia anche solo in parte questa ragazza sarà sicuramente una bella lettura. Vi allego qui di seguito la trama de “Il canto della notte” e la biografia di Camilla, prima di farvi leggere l’intervista.

TRAMA

Il canto della notteÈ una giornata qualunque.

Il sole è alto nel cielo. Gli umani si svegliano, chi si prepara per andare a scuola o chi al lavoro e fra questi molti credono di essere i soli a dominare la terra. Non molto lontano da loro si muovono altre creature dall’aspetto umano, ma che sanno richiamare su di loro l’anima dei lupi: sono licantropi, muta forma.

In un paese pressoché sconosciuto del Piemonte risiede una comunità che apparentemente si occupa del recupero di ragazzi difficili e talvolta orfani. È così, ma i ragazzi, così come gli educatori, sono tutti uomini lupo.

Maila è una di loro, ha diciotto anni, si veste di nero, ordina scarpe e libri da Internet e fa esperimenti con erbe, fiori e piante. Non parla volentieri con gli alti, a differenza loro vive con conflitto la sua natura; spesso vorrebbe essere una ragazza normale, ma le è concesso tutto tranne questo. Anche per lei, come per gli umani, la giornata che sta avendo inizio sembra comune, ma non è così.

La quiete del paese è interrotta: due grossi lupi aggrediscono un uomo del posto. Da quel momento per Maila tutto cambierà: le apparirà uno strano segno sul petto, incontrerà un ragazzo dal nome misterioso e dovrà salvare la sua gente dall’attacco degli Artigli Rossi, un gruppo di licantropi assettati di odio e carne.

Ed eccola Maila, in viaggio fino agli Alti Tatra, accompagnata da Othar, un valoroso guerriero. Riuscirà a portare la testa del capo dei nemici nel regno sotterraneo di Ayta, il luogo di confine fra la vita e la morte, in cui i lupi accompagnano le anime dei defunti nell’aldilà?
Una cornice fantasy per tanti temi di bruciante attualità come l’inquietudine degli adolescenti, la necessità dell’integrazione, le regole del “branco”, la diffidenza e il pregiudizio nutrite nei confronti di chi non ci somiglia.

BIOGRAFIA

Camilla Morgan Davis è una giovane donna nata nel 1982 sotto il segno dei gemelli.

Trascorre buona parte della sua giornata nella camera di un vecchio monastero sconsacrato, insieme ad un bizzarro cane.

Colleziona  varie edizioni di Alice nel paese delle meraviglie.

Sogna di avere una libreria tutta sua e di trasferirsi in Toscana.

Scrive allo scoccare della mezzanotte, prediligendo storie misteriose per ragazzi di ogni età. Storie romantiche, fantasiose, con un po di sangue, avventura e fantasia.

Altre volte, favole oniriche rilegate e scritte a mano su fogli di carta che recicla ovunque.

Incontra strane creature.Loro cominciano a parlare e lei non può far altro che trascrivere il loro narrare.

INTERVISTA

In poche parole: chi è Camilla Morgan Devis?

Sono una ragazza come tante con la passione, fin da bambina, della scrittura. Finalmente, all’età di 28 anni, vedo pubblicato, con la casa editrice zero91, il mio primo romanzo urban fantasy e di conseguenza sono molto felice per essere riuscita a dare forma al mio sogno.

Da cosa nasce questo tuo romanzo?

Nasce dalla passione per il mito, in particolare per la figura dei licantropi, esseri soprannaturali che hanno uno stretto contatto con la natura e con tutto ciò che la comprende, dal bosco, alla luna, alla terra stessa. Questo mio romanzo nasce dalla coniugazione di questo aspetto, con la voglia di raccontare una storia ricca di sogni e immaginazione, di colori cupi, ma allo stesso tempo romantici. Il momento in cui ho iniziato la stesura, era inverno, e mi trovavo nell’antica casa di mia nonna, a Robilante, luogo in cui è ambientata la prima parte del romanzo. Affascinata da il bosco bianco e innevato che scorgevo dalla mia stanza, iniziai a immaginare quali creature potessero abitare in quei luoghi incantati, quanto ostili, e quali storie si riuscissero ad intrecciare con i suoi abitanti: ed ecco che il lupo e il bosco innevato si sono così magicamente incontrati.

Quale messaggio vuoi dare ai tuoi lettori?

Innanzitutto un messaggio per tutti i giovani autori, perché sebbene si pensi che sia quasi impossibile riuscire a pubblicare senza contributo, vorrei poter smentire, in quanto con la mia esperienza personale, posso dire di essere arrivata alla zero91 come una perfetta sconosciuta, tramite una semplicissima mail, con allegato il mio romanzo. L’altro messaggio è indubbiamente quello della libertà, della ricerca di se stessi sempre e comunque e di imparare ad accettare quello che il destino ci riserva, cercando comunque di lottare per modificarlo alle nostre esigenze, ai nostri sogni.

Parlando dei tuoi personaggi: Quali hai maggiormente amato, e quale ovviamente, hai spudoratamente odiato?

Ho amato molto la mia protagonista, Maila, è quella a cui ho dedicato più tempo e più attenzioni, cercando di renderla reale, visto che spesso le eroine vengono descritte bellissime, glaciali, combattono senza mai ferirsi, scomporsi. Invece lei è più vicina a noi umani, combatte, si ferisce, sebbene sia una licantropa e abbia la possibilità di rimarginare in fretta le proprie ferite. Comunque è una ragazza prima di tutto, al di là del fatto che sia un licantropo o umana, che soffre , che è fortemente malinconica. Nel momento in cui sfiora il suo giorno perfetto, tutto ciò si sgretola sempre per il volere di altri. Diciamo pure che l’ho amata più degli altri proprio per le sue fragilità, e non per la sua potenza, la sua forza e la sua bellezza. Quello che invece ho maggiormente detestato, non è il nemico Seimo, come invece tutti potrebbero pensare, bensì una figura che appare verso la fine, il cui nome è Beatrice, una figura oscura a capo della setta dei Disincarnati, che ripropone in un certo senso l’Autunno Nero del Medioevo, fomentando l’ideale della persecuzione nei confronti dei licantropi.

L’ambientazione fantasy su suolo italiano è stata voluta o casuale?

Data la nascita di questa ispirazione mentre mi trovavo in Piemonte, ho voluto lasciare che l’aspetto più sentito, e vicino a me, influenzasse e facesse parte integrante di questo romanzo. Non sempre dobbiamo inventarci mondi paralleli o scegliere ambientazioni esotiche o misteriose, visto che anche qua da noi ci sono luoghi incantati e meravigliosi che si prestano per ospitare le nostre storie. La mia protagonista si sposta poi in Polonia, presso Zacopane, in un paesino che esiste realmente, per poi raggiungere un luogo immaginario, il regno di Ayta, il regno di confine fra la vita e la morte.

E’ previsto un seguito?

Io spero di sì, e comunque lo sto già scrivendo e sono anche a buon punto, poi vedremo, bisognerà chiedere all’editore per gli ulteriori dettagli.

Quanto tempo dedichi alla scrittura durante il giorno?

Da studentessa, prima della laurea, quasi tutto il pomeriggio, alternando studio e scrittura. Mentre ultimamente lavorando mi ritaglio dei tempi durante la giornata: al mattino presto e la sera tardi. Fosse per me, ovviamente, passerei le giornate a scrivere.

Ma a quale ora e con quale clima ti piacerebbe scrivere?

Se potessi scegliere, le giornate piovose sono indubbiamente le migliori per dedicarmi a questa mia passione.

Ringrazio di cuore Camilla, per avermi dedicato parte del suo tempo e ancora complimenti.

ALEXIA BIANCHINI


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