Le creature della notte


Le creature della notte
Kim Harrison

Fanucci, pag. 416

In principio c’era Buffy, la Cacciatrice di vampiri e altri demoni che per sette stagioni telefilmiche ha appassionato con i suoi combattimenti e le sue relazioni pericolose con chi dovrebbe combattere, lanciando un modello di donna nel genere horror non più vittima del mostro di turno ma capace di creargli non pochi problemi, anche di cuore. In seguito, soprattutto in letteratura e nei fumetti sono fiorite le sue epigone, a cominciare da Anita Blake di Laurell K. Hamilton, che è stato il modello nella carta stampata di queste nuove eroine paranormali, per arrivare ad una delle più recenti, Rachel Morgan, strega e cacciatrice di taglie, inventata da Kim Harrison in una serie fortunata giunta ormai, in Italia, al terzo capitolo.

Scopo della vita di Rachel è consegnare le creature delle tenebre alla giustizia, mentre è impegnata in un triangolo con due vampiri, come la sua collega più giovane Buffy Summers, e non deve dimenticare la malavita anche umana che imperversa nella sua città, Cincinnati.

Nel terzo libro della serie, appunto Le creature della notte, consigliabile da leggere dopo i primi due anche se i fatti narrati sono indipendenti, perché il mondo di Rachel e di tutti i suoi legami è decisamente complesso, la storia va avanti, con nuovi sviluppi e un misterioso Signore delle tenebre che può arrivare per prendersi quello che gli è dovuto, non ultima la nostra eroina.

Più che al romanzo gotico e fantastico classico, la serie di Kim Harrison sembra debitrice al noir e al thriller pulp: i vampiri che incontra Rachel succhiano sangue e hanno poteri paranormali, ma somigliano molto a mafiosi e malavitosi reali (qualcuno ha citato non a torto i protagonisti del serial di inizio Millennio I soprano), tra locali notturni e circoli esclusivi, in una Cincinnati cupa e notturna, tra indagini e scontri. Togliendo i poteri dei vampiri potrebbe essere una storia thriller modello quelle di James Ellroy, più ancora che la serie di Anita Blake, dove rimanevano elementi paranormali e fantasy molto forti: qui il fantastico è certo il motore di tutto, ma c’è ben altro, anche di più realistico.

Certo più per adulti che per gli adolescenti romantici che amano Twilight, anche per i toni decisamente espliciti di sesso e violenza, la serie di Rachel Morgan può essere considerata innanzitutto un’interessante commistione di generi, forse un po’ indigesta per i puristi e del noir e dell’horror gothic, che possono storcere il naso di fronte ai mix eccessivi. Ma ci si può divertire parecchio, se si amano le sperimentazioni o anche soltanto se ci si lascia travolgere da un ritmo elevato di storia, in cui però a tratti convergono troppe sottotrame.

Comunque questa terza avventura si fa leggere, e non sarà nemmeno l’ultima, visto che ormai il genere fantastico d’oltreoceano, e non solo quello, sembra vivere sulla dimensione delle saghe e delle storie ad episodi, finché la barca va bisogna farla amdare.

ELENA ROMANELLO


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