Quando una storia diventa divina: I centomila regni – di N. K. Jemisin


centomial regniPosso dire che partivo scettico? Lo dico. Posso dire che dopo aver letto il risvolto di copertina ero diventato persino più scettico? Puzzava di high magic fantasy, non la mia passione. Così ho iniziato a leggerlo e come spesso (anche se ultimamente meno di frequente) accade inizio a essere preso dal libro e a scavarmi spazi di lettura.

La storia

Non so dirvi dove siamo. Non è la Terra, non è il nostro tempo. È un luogo però in cui tutti i regni esistenti sono tenuti pacificati dalla onnipotente famiglia Arameri, adepta del Dio Itempas. Ecco un elemento centrale di questa storia, gli dei. La protagonista di questa… favola (?) si chiama Yeine ed è la nipote del sovrano assoluto Dekarta Arameri. Sua madre fuggì da Sky (la città lucente degli arameri) per sposare un mezzo barbaro del nord. Adesso Yeine viene richiamata dopo la morte della madre per essere nominata erede. Cioè potrebbe diventare la sovrana assoluta di tutto. Ma appunto il condizionale è d’obbligo perché dovrà imparare a districarsi nelle sottigliezze politiche in cui l’invischieranno gli altri due pretendenti al trono i suoi cugini. Inutile dire che chi perde la gara muore.

Fino qui questa storia sarebbe nulla di particolare, qualcosa di già visto e rivisto, se non fosse che in questo gioco di intrichi si inseriscano dei personaggi incredibilmente affascinanti, gli dei. S’è parlato di Itempas, ma la triade iniziale era costituita da lui da Enefa dea della vita e della morte e da Nahadoth. Quest’ultimo è il Dio dell’oscurità e del cambiamento. Enefa venne uccisa da Itempas in quanto traditrice (vedrete e scoprirete) e questo causò le guerre degli dei alla fine delle quali Naha e i suoi figli vennero resi schiavi da Itempas che li relegò in forme semiumane immortali, schiave dei suoi adoratori, gli Arameri.

Ecco che proprio gli Enefadeh, coloro che ricordano Enefa, iniziano a stringere una forte amicizia con Yeine, in particolar modo Naha. Ma essere affascinati da lui è un gioco mortale. La protagonista inizia così a capire tutta una serie di avvenimenti riguardanti la propria esistenza, la propria storia personale e familiare. Decisamente intrigante. Non voglio rivelare oltre la trama che devo dire ha una sua coerenza logica e uno sviluppo decisamente ben orchestrati e che consentono alla lettura di procedere spedita.

Personaggi

Decisamente uno dei punti vincenti di questo libro. Naha su tutti. Ha un che di personaggio manga, sebbene io non sia un grande esperto la descrizione che ne viene fatta il capello lungo che si confonde con il mantello nero, il fascino misterioso. Ma Yeine stessa è ben delineata con una sua personalità molto forte. Il rapporto tra loro due è sicuramente centrale, ma non meno significativo è quello tra lei e il dio bambino Sieh che le vuol bene come a una madre. Ma anche i personaggi umani sono assolutamente convincenti e danno alla storia quella credibilità di cui un libro ha assolutamente necessità.

Originale?

Secondo me sì. Nel senso che non in molti libri troviamo tra i personaggi gli dei creatori dell’esistente. Questo tratteggio da al libro una caratteristica che mi sento di definire unica e questo è un qualcosa che personalmente amo in modo particolare. A tutto quanto detto va aggiunto dal punto vista strettamente tecnico che tutto il racconto è in prima persona, ma al passato, il perché si capirà nelle ultime due pagine praticamente. Unica vera pecca la copertina: anonima e con colori assolutamente inadatti a essere di un qualche impatti in uno scaffale. Da mandare a un corso base di grafica chi ha scelto il disegno.

In conclusione?

Da leggere. Non ve ne pentirete.

Stile e tecnica
OriginalitA'
Personaggi
Gestione della trama
Copertina
Voto personale
Final Thoughts

Overall Score 3.8
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