Recensintervista a Demetrio Battaglia. Il Fantasy per ragazzi (ma non solo) ha un nuovo autore


Ciao Demetrio, benvenuto a questa RecensIntervista.
Ti spiego brevemente le regole e se sarai d’accordo potremo cominciare.
La recensintervista si propone di proporre una recensione di un libro, con tutte le caratteristiche positive e negative che possono essere state colte durante la lettura. In questo modo viene concesso all’autore il cosiddetto “diritto di replica” ovvero un modo per spiegare o giustificare quanto colto dal lettore.
Cosa ne dici, proseguiamo?

Proseguiamo senza indugio, le avventure sono il mio pane…

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Benissimo Demetrio, comincio subito con il pepe!
Ho fatto fatica, all’inizio, a leggere il tuo libro. Solo perché ho impiegato un poco di tempo per capire il lettore al quale era indirizzato. Come per lo Hobbit, che con un linguaggio semplice e un tono favolistico, si propone come storia per pre-adolescenti, La “Stirpe di Gatra” è certamente un libro per ragazzi. Da quando l’ho capito la lettura è diventata scorrevole e l’ho letteralmente divorato.

Sì Angelo, direi che hai centrato in pieno l’obiettivo, ma direi di rincarare il pepe dicendo che oltre a essere un libro per ragazzi è stato anche il romanzo che per primo ha “sdoganato” l’intero mondo di Arkhesya dalla mia mente alla carta. All’epoca, più di dieci anni fa, sentivo l’enorme peso di anni di appunti, disegni e scartoffie su un mondo in costruzione da esporre in un romanzo, il primo che desideravo pubblicare. Ecco perché a metà della stesura mi sono bloccato e ho scritto la trilogia dei racconti lunghi: “Gli Albori”. “La Stirpe di Gatra” l’ho ripresa una volta scritta l’intera trilogia dei racconti così un po’ di spiegazioni sulla genesi di Arkhesya li avevo già descritti.

I canoni del fantasy classico ci sono tutti. Soprattutto la scrupolosità con la quale hai creato il mondo di Arkhesya. Un lavoro così certosino presuppone che questa possa non essere l’unica storia ambientata in quel mondo!

Il fascino, un misto di amore/odio, che porto nel cuore dopo aver letto il Silmarillion si è riversato in questa idea che pian piano sta prendendo corpo, dettaglio dopo dettaglio. Sono un appassionato di mitologia e filosofia e in questa veste ho creato il mondo di Arkhesya dandole una veste mitologica (sto lavorando anche su testi di mitopoietica legati ad Arkhesya), e su questo mondo si articolano e si articoleranno tutti i miei racconti e romanzi. Tutto questo ha trovato luogo in un wiki arkhesya dove io stesso mi reco a controllare, tant’è vasta ormai la documentazione.

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Anche razze e mostri di nuova concezione. Ho sempre pensato che per riuscire a fare un lavoro di questo tipo si dormisse poco la notte! Sogni o Incubi?

L’idea di base era creare un mondo autonomo dove esistessero razze autonome, una propria storia e con un proprio percorso evolutivo. Il tutto però riconducibile a qualcosa di familiare per i lettori di genere, come infatti sono le razze che ho inventato e che abitano Arkhesya. I mostri invece, lo confesso, a volte sono stati inventati appositamente come espediente letterario, quindi con caratteristiche adatte ad alcune scene dei miei romanzi. Per quanto riguarda la notte… dormo poco, molto poco!

La eterna lotta del Bene contro il Male è il tema di tutta la letteratura fantasy. In questo non hai proposto niente di nuovo!

Vero Angelo, in questo primo romanzo nulla di nuovo sotto il sole, come è giusto sottolineare. La scelta però era piuttosto deliberata visto che era mia intenzione incontrare un pubblico molto giovane, meglio ancora se digiuno di high-fantasy, e così è stato. Quel romanzo, così come i racconti, mi hanno introdotto nelle scuole del mio territorio dove incontro giovani e giovanissimi su temi che vanno dalla fiaba alla mitologia utilizzando i miei testi come pretesto. Da questo sono nati progetti splendidi come concorsi letterari sul fantasy per ragazzi delle medie o concorsi di disegno per ragazzi delle superiori. Esperienze splendide per me.

“ … Non nel passato perché non è più, non nel futuro perché ancora non è, ma vivi intensamente il presente e ricavane tutto ciò che puoi in piena consapevolezza … ” Come dire “Carpe Diem”!

Ti ringrazio per aver colto tra le righe questo brano perché è mia intenzione sottolineare nei miei scritti alcune pillole di filosofia, altra mia passione. Più che Orazio era mio desiderio sottolineare S. Agostino che nelle Confessioni tratta del tempo proprio in questi termini, anche se da me lievemente adattati alla narrazione. È una riflessione che evidenzio tra le righe sulla consapevolezza del presente smettendo di ancorandoci a ricordi che non sono più oppure a proiezioni altrettanto inesistenti perché ancora di la da venire.

Ritornando allo stile. Molto semplice. I dialoghi li ho definiti “elementari”, ma certamente per qualcuno che si vuole avvicinare al Fantasy, un buon inizio!

Anche questa è una corretta annotazione, il mondo del fantasy adulto mi affascina e lo sto affrontando con nuovi lavori in corso, ma in quel momento era mio preciso intento affrontare il fantasy in maniera più semplice possibile. I ragazzi più giovani non avrebbero dovuto essere in difficoltà nel leggere le mie opere. A riprova di questo posso anche aggiungere che in tutta la trilogia “I Veggenti di Arkhesya” non vi sono scene di grande violenza pur essendoci grandi duelli con creature, mostri e nemici o guerre campali che coinvolgono enormi eserciti.

“Il Giovane Dhyan al compimento della maggiore età viene messo a conoscenza che la sua famiglia, da parte di madre, ha origini che si perdono nell’antichità e che la magia fa parte della loro vita da sempre. Lui è il primo figlio maschio da generazioni. Ogni maschio è un “originario”, le femmine che nascono dopo di lui sono impregnate di magia e a ogni generazione questa magia perde un poco della sua potenza, fin quasi all’esaurimento, quindi nascerà un nuovo maschio che riaprirà il ciclo. Dhyan è il primo maschio che nasce dopo secoli ed è pertanto il depositario di una potente magia. I maghi oscuri che avevano attentato alla libertà delle popolazioni di Arkhesya ai tempi della sua antenata Gatra, sono pronti per tentare dove precedentemente avevano fallito, ignorando, inizialmente, la presenza di Dhyan. Lui è l’unica vera possibilità di salvezza delle terre libere ma prima dovrà superare prove che metteranno in crisi la sua giovane coscienza. Vedrà amicizia, onore e morte, ma quando ormai gli eserciti si stanno massacrando davanti alla fortezza maledetta, riuscirà a prendere coscienza dei suoi poteri e a salvare Arkhesya?”
Qualcosa da aggiungere?

No Angelo, nulla da aggiungere… sei il mago della sintesi!!
Una sola cosa, una chicca se vuoi e penso di non averla mai raccontata in un’intervista, è venuto il momento. Vi è anche una lettura adulta di quel romanzo ed è questa. Dhyan è il nome del ragazzo, ma Dhyana è il concetto sanscrito di Meditazione/Riflessione profonda. Termine spiegato nelle Upanishad e nei Veda, i testi sacri dell’induismo più antico. Il percorso di crescita del giovane ragazzo parte dalla famiglia di appartenenza, naturale alveo di partenza, per poi incontrare Edom il suo primo maestro prettamente terreno e rivolto alle cose materiali. Questo maestro sarà però lasciato per procedere con un altro maestro Fohat, il grande mago che si occupa di cose più spirituali o morali se vogliamo, che lo accompagnerà nella parte finale della sua avventura e al temine di questo sentiero di autoconoscenza incontrerà un ultimo maestro… (lascio ai lettori la curiosità di scoprirlo). Quindi i maestri di Dhyan si susseguono con un intento che è quello della crescita interiore. Anche i nomi dei maestri celano un segreto, ma questo è proprio un segreto…

Per concludere, caro Demetrio, ritengo che il libro sia adatto ad un lettore molto giovane, ma se affrontato con la giusta mentalità, può soddisfare anche palati più esigenti. Ti darò dei voti, lo sai, ma non li svelo adesso. Sinceramente … cosa ti aspetti o cosa pensi di meritare?

Sai Angelo, alla fine ho proprio constatato che anche lettori adulti che non conoscevano per nulla il genere si sono approcciati al fantasy attraverso i miei romanzi. Questo è già un premio.
Cosa mi aspetto? Diciamo che per me è già stato un grande premio poter dialogare con un altro autore di una mia opera perché è difficile che ciò accada, anzi quasi impossibile. A me è capitato con pochissimi autori. Quindi qualsiasi tuo giudizio sarà ben accetto!

Con Demetrio ci ritroviamo a condividere anche le pagine della splendida antologia curata da “I Doni delle Muse” intitolata Sangue di Drago, ma non è per questo che concludo dicendo che mi sento di consigliare la lettura di questo libro, purché il lettore, se della mia generazione, si ricordi del ragazzo che ha dentro di sé!

Il fatto di condividere con te e altri autori questa avventura è per me fonte di grande soddisfazione. Sono onorato di far parte di questa squadra come più volte ho avuto modo di commentare. Grazie Angelo!

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Stile e Tecnica
Originalità
Personaggi
Gestione della trama
Copertina
Voto personale
Final Thoughts

Overall Score 3.5