Mark Lawrence: “Sono uno scienziato della scrittura…”


Il Regno Unito ha una grande tradizione di autori fantasy. Quando si pensa all’Inghilterra, 1614978_460499984052094_1498991589_nviene subito in mente l’immagine di Tolkien che fuma la pipa seduto contro un albero. Eppure la scuola britannica ha contribuito alla letteratura fantastica con molti altri nomi, quali David Gemmell o Michael John Moorcock, o continua a proliferare grazie a una fitta schiera di nuovi scrittori che non smettono di stupire ed entusiasmare i lettori di tutto il mondo. Mark Lawrence è tra questi: una bella sorpresa arrivata nelle nostre librerie grazie a Newton Compton, con i primi due capitoli della sua trilogia, ovvero “Il Principe dei Fulmini” e “Il Re dei Fulmini”. Noi di Fantasy Planet abbiamo avuto la possibilità di scambiare quattro chiacchiere con questo bravo autore. Mark è una persona speciale, un esempio di umiltà e passione. La vita non è stata clemente con lui, però questo non l’ha scoraggiato. Sentite che dice.

1.) Ciao Mark, mi sono imbattuto in “Il Principe dei Fulmini” quasi per caso. Giravo per gli scaffali dedicati al fantasy alla ricerca di qualcosa di epico e coinvolgente, una di quelle letture che ti tengono incollato al libro dalla prima all’ultima pagina. L’autore Conn Iggulden diceva che tu sei il nuovo George R.R. Martin, o qualcosa di simile. Una fascetta gialla che ha attirato la mia attenzione. Non so se questo slogan ti sta stretto, o se ti piace essere paragonato a un altro autore, ma ho trovato la tua scrittura davvero avvincente quindi ringrazio Iggulden per le parole spese sul tuo conto. Come nasce “Il Principe dei Fulmini”? Cosa ti ha fatto pensare: “Voglio scrivere questa storia?”

La citazione Iggulden significa “allo stesso livello di” piuttosto che “simile in stile”. Io sicuramente non scrivo come Martin, tranne forse nell’offrire una vista senza compromessi del mondo.
In “Il Principe dei Fulmini”, onestamente, non c’è stato un momento in cui ho deciso di scrivere una storia particolare. Avevo in mente un personaggio ispirato al romanzo di John Burgess “Arancia Meccanica” (1962). Volevo scrivere di un giovane uomo violento e amorale, che era intelligente e affascinante, e scoprire come i lettori avrebbero reagito a vedere la sua storia svelarsi attraverso i suoi occhi. Non programmo i miei libri, semplicemente si formano mentre li scrivo.

2.)Nella vita reale sei un ricercatore scientifico, ma soprattutto un padre presente e amorevole. Guardo te e poi penso ad altri autori che conducono stili di vita differenti, forse più naif e da intellettuali maledetti. Ho letto in giro che preferisci definirti come “uno che scrive” e questa cosa mi ha colpito in positivo. Cosa significa per te scrivere? Quanto la tua vita reale influenza le storie che racconti?

Non ho iniziato a scrivere romanzi prima dei 30 anni. Ho avuto (e ho ancora) una carriera nel campo della scienza e non avevo aspettative d’essere pubblicato o fare soldi. Mi piaceva scrivere. Nutro sempre il bisogno di fare qualcosa di creativo nel tempo libero e la scrittura era una cosa divertente da fare. Quindi se dovessi definirmi in qualche modo, preferirei dire che sono uno scienziato.
Scrivere è una cosa molto personale per me, metto molte emozioni nel mio lavoro. Anche se la mia vita reale non è presente direttamente nelle cose che scrivo, l’esperienza e la quotidianità ne influenzano certamente il tono. “Il Principe dei Fulmini” è stato scritto con l’arrivo di mia figlia minore, nata gravemente disabile. È un libro crudo che trasuda rabbia dalle sue pagine, ma c’è anche un sottofondo di umorismo. Tutto questo per due semplici ragioni: la rabbia è una reazione naturale a un evento tragico, l’umorismo è ciò che ti fa andare avanti.

1616670_460501280718631_211917104_n3.) Da lettore ho amato seguire Jorg e i suoi compagni sulla strada dura e polverosa del mondo che hai creato. Un mondo che non è per nulla lontano dal nostro: distopia, futuro post-apocalittico. Ambientazioni che non smettono mai di stupire. Ogni autore con l’immaginazione può provare a spiegare come sarà il futuro della Terra. Ti capita mai di fermarti a pensare a ciò che il domani ha in serbo per l’umanità?

Questa è una bella domanda! Credo che bisogna solo guardare al futuro immaginato dai nostri antenati duecento o trecento anni fa per capire quanto possa essere grande il divario tra previsione e realtà. Quando immagino possibili realtà, lo faccio solo per il gusto di divertirmi.

4.) Violenza, combattimenti, azione: sono solo alcuni degli elementi che percepisco leggendo il tuo libro. Giro le pagine e vedo, in qualche modo, la nostra realtà. Amo la maschera da eroe negativo che fai indossare al tuo protagonista, percepisco il profondo conflitto che lo tormenta. Chi è in realtà Jorg Ancrath? Cosa dobbiamo aspettarci da lui con la lettura degli altri romanzi della tua serie?

Penso che quello che Jorg sia e cosa c’è da aspettarsi da lui, sono cose che sia il lettore, e lo stesso Jorg, scopriranno nel corso dei tre libri che compongono la mia saga. Anche se c’è molta azione, il vero cuore che anima la trilogia è Jorg. Per molti versi si tratta di uno studio del personaggio, come cambia, ciò che diventa… è questo che attira il lettore. Ci si domanda se il protagonista riuscirà o meno nelle sue ambizioni. Molti lettori si aspettano (o pretendono) che i personaggi “cattivi” trovino la redenzione. Non faccio promesse su questo.1615090_460501324051960_1375621801_n

5.) Libri, libri e ancora libri. Parlaci dei tuoi gusti: cosa ti piace leggere di solito? Qual è il romanzo che ti ha fatto pensare: “Dannazione, questo avrei voluto scriverlo io”?

Ho letto molto, spaziando da un genere all’altro. Per quindici anni, o giù di lì, ho preferito la narrativa alla letteratura fantastica. Ho iniziato a leggere fantasy solo di recente. Ci sono un sacco di romanzi che contengono parti che mi fanno dire “maledetto, vorrei avere scritto questo”. La differenza tra i romanzieri ricchi e famosi e quelli poco conosciuti è spesso invisibile, in termini di abilità. Credo che il successo sia basato sul fornire il libro giusto al momento giusto. Ho apprezzato molto i romanzi di George Martin, Robin Hobb, Peter V Brett, e più recentemente Myke Cole, Courtney Schafer, Teresa Frohock, Daniel Polansky e Giovanni Hornor Jacobs.

6.) Grazie per essere stato ospite di Fantasy Planet. Il tuo secondo romanzo, Il Re dei Fulmini, mi aspetta sul comodino della mia stanza. Non vedo l’ora d’immergermi nella lettura, ti farò sapere ovviamente cosa ne penso. Quali sono i tuoi progetti letterari per il futuro? Sei già al lavoro su una nuova storia?

Grazie a Fantasy Planet per avermi invitato! L’ultimo capitolo della trilogia, “L’Imperatore dei Fulmini”, è stato pubblicato negli Stati Uniti e nel Regno Unito nell’estate del 2013. Dallo scorso Giugno ho una nuova saga in cantiere, si intitola “Prince of Fools”. Questa volta il nostro “eroe” è un donnaiolo codardo che è felice di imbrogliare e prepotente quando arriva l’occasione.