Il Re degli Spettri – R.A. Salvatore


Il Re degli Spettri – R.A. Salvatore

A cura di Maurizio Vicedomini

 

Titolo: Il Re degli Spettri (The Ghost King, 2009)

Autore: R.A. Salvatore

Editore: Armenia

Pagine: 403

Formato: Cartaceo

Prezzo: 16.00€

La mente di Jarlaxle, l’implacabile assassino, è in balia del Re degli Spettri, una misteriosa entità nata dalla fusione della nuova forma del drago Efesto con i resti della Reliquia di Cristallo; l’orrenda creatura lo esorta a trovare Drizzt e a ucciderlo. Il che è più che sufficiente per spingere il pragmatico drow all’azione e a partire, con Athrogate, l’amico nano, alla volta di Mithril Hall nel tentativo di raggiungere Cadderly, l’Eletto di Deneir.

Nel frattempo Jarlaxle scopre che Catti-brie, moglie di Drizzt, è diventata catatonica, essendo stata intrappolata tra il mondo reale e quello delle ombre. L’halfling Regis che la sorveglia impazzisce nel tentativo di salvarla[…]

Ho tagliato la quarta di copertina, poiché illustrava – nelle ultime righe – avvenimenti che si susseguono nei capitoli finali del libro. Inoltre la stessa quarta riporta informazioni errate: “L’orrenda creatura lo esorta [a Jarlaxle] a trovare Drizzt e a ucciderlo”. Non è assolutamente vero.

Quindi, prima ancora di parlare del libro, vorrei fare un excursus sull’edizione italiana, portata in libreria da Armenia. La quarta ha gli errori che ho elencato su – fra inesattezze e spoiler – ma non è l’unico difetto. La copertina, ad esempio, è sfocata, proprio come se fosse stata utilizzata un’illustrazione a risoluzione più bassa, o di dimensioni inferiori e poi “allargata”. Non entro nel merito perché non è il mio campo, ma il risultato non è dei migliori. Guardando su Google la copertina dell’edizione originale, sembra perfettamente definita (non a caso è un’illustrazione – identica per entrambe le versioni – di Todd Lockwood, autore delle copertine originali di tutto il ciclo). Magari mi sbaglio, non avendo sottomano l’edizione americana cartacea, ma resta il fatto che la copertina italiana è sfocata.

Premesso ciò, questo libro giunge in Italia con tre anni di ritardo, in seguito a non meglio definite controversie fra l’Armenia ela Wizards of the Coast, editrice americana. In quest’arco di tempo, a momenti alterni, ho contattato le tre parti in causa – le due case editrici e l’autore – per capire meglio la situazione. Purtroppo non mi fu chiarito alcunché. Salvatore mi spiegò che non aveva potere in merito, dirottandomi – come aveva fatto con molti altri lettori italiani – direttamente alla Wotc. La casa editrice americana mi rispose con garbo che il problema non dipendeva da loro, ma dalla controparte (l’Armenia). Stessa risposta fu data dall’Armenia, spiegando che il tutto era fermo a causa della Wotc, e che attendevano loro responsi (avviso che fu messo anche pubblicamente quando fu avvisata l’interruzione delle serie tradotte).

Conclusa questa lunga premessa, dovuta ai lettori italiani che hanno atteso anni per poter leggere questo libro – che, ricordiamo, è il terzo di una trilogia -, passiamo al libro in sé e al suo contenuto.

 

La trilogia Transizioni, di cui questo libro fa parte, è la sesta saga – senza considerare gli spin-off –  che ha come protagonista Drizzt do’Urden, elfo scuro rinnegato, sfuggito alle oscure usanze del suo popolo per una vita migliore in superficie. In particolare, il ciclo in oggetto è particolareggiato nella sua struttura, poiché si presenta come una sorta di conclusione della lunghissima serie di avventure del ranger Drow. Non una conclusione definitiva, sia chiaro: in America è già uscita una nuova trilogia. Una conclusione, dicevo, come una sorta di punto e a capo, chiudendo la maggior parte dei fili lasciati in sospeso nei libri precedenti. Se il Re degli Orchi (The Orc King, 2007) aveva sistemato la situazione riguardante la guerra fra Mithrill Hall e Obould Many-Arrows, signore degli orchi, e Il Re dei Pirati (The Pirate King, 2008) aveva chiuso le storie di Wulfgar e Deudermont, Il Re degli Spettri si porta in chiusura il filo che ha dato inizio alle avventure di Drizzt su carta, Crenshinibon, la reliquia di cristallo.

L’avevamo lasciata al termine della prima trilogia (Le Terre Perdute, prima cronologicamente, ma non dal punto di vista narrativo), distrutta dalla fiammata del drago Efesto, grazie agli intrighi di Jarlaxle e ai poteri del chierico Cadderly. Questo volume riporta in auge l’antico nemico, l’artefatto senziente, unendolo proprio a Efesto, che medita vendetta nei confronti di Jarlaxle, Drizzt e Cadderly.

Salvatore si distingue ancora una volta per la capacità di descrivere combattimenti adrenalinici, e scene d’azione ben congeniate. Cariche di punte emotive sono le scene con Drizzt, personaggio ormai caratterizzato a puntino nel corso della saga, un po’ meno coinvolgenti sono quelle con i figli di Danica e Cadderly, che invece risultano ostiche da leggere.

Personaggi di spicco, oltre al già citato Drizzt, sono senza dubbio Jarlaxle, caratterizzato in maniera perfetta, forse uno dei comprimari meglio riusciti di tutta la saga, e Cadderly, avvolto da un’aura di saggezza e calma quasi palpabile.

Ben reso anche il confronto mentale nel Re degli Spettri, il dracolich. La reliquia, il drago e l’illithid formano un’ottima tripletta. Forse un po’ più piatto del solito il nano Bruenor, specialmente per l’enfasi emozionale che avrebbe dovuto mostrare in seguito alle condizioni della figlia.

In definitiva un buon libro, sottotono solo nelle scene dei figli di Cadderly. Una buona cosa mettere un punto per riprendere con maggiore freschezza, in una saga che – dovendo riprendere sempre gli stessi personaggi – rischiava di arenarsi senza speranza. Aspetto con buone speranze i prossimi romanzi, certo che questa dose di libertà in più permetta una rinascita per il personaggio e le trame.


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