L’INVERNO DELLA PAURA di Dan Simmons


Recensione del libro L’INVERNO DELLA PAURA di Dan Simmons

A cura di Fiorella Rigoni

BIOGRAFIA

Dan Simmons (1948) vincitore del World Fantasy Award con Song of Kali (Mondadori), dal 1987 si dedica a tempo pieno alla scrittura, pubblica oltre venti romanzi e diverse antologie di racconti collezionando numerosi premi letterari fra cui uno Hugo Award e due World Fantasy Award. Di difficile collocazione all’interno delle etichette letterarie, Simmons è uno dei pochi scrittori al mondo in grado di mescolare sapientemente i generi più svariati (fantascienza, fantasy, horror, suspense, storia, noir). Edito in Italia da Mondadori e Gargoyle, pubblica con quest’ultima i suoi romanzi horror più famosi: L’estate della paura, ritenuto il suo capolavoro, L’inverno della paura e Danza macabra.

 

SINOSSI

Fino a quando e fino a quanto il passato può condizionare la nostra vita?

Sono passati quarant’anni, e Dale Stewart fa ritorno a Elm Haven.

Diventato scrittore e professore di Letteratura in un College del Montana, Dale è sopravvissuto a un tentativo di suicidio, ha rovinato la sua vita privata e compromesso la sua carriera… Ora l’oscurità gli si sta chiudendo intorno.

Nelle ultime ore della notte di Halloween, arriva nella morente cittadina dove ha trascorso la sua fanciullezza e in cui spera di ritrovare, nell’isolamento, tranquillità e voglia di ricominciare. Tuttavia, la scelta di sistemarsi in una fattoria abbandonata fuori città, un tempo dimora di un suo strano e geniale amico morto nella terribile estate del 1960, si rivela l’ennesimo di una lunga serie di errori che lo catapulteranno in un vortice di eventi inquietanti, dove i confini tra dolore e follia finiranno per annullarsi…

RECENSIONE

La stile dello scrittore è molto fluido, scorrevole e coinvolgente. Un vero maestro nel creare situazioni che infondo angoscia e terrore, che lasciano con il fiato sospeso.

La storia narrata in questo libro è molto introspettiva, racconta di un uomo e dei fantasmi che popolano la sua vita. Fantasmi usciti fuori dal suo passato, si fanno vedere e che vogliono essere compresi e dimenticati, ma purtroppo per noi il protagonista non crede ai fantasmi. Il suo negare anche l’evidenza lo porterà a vivere delle situazioni inquietanti a cui non era preparato e che lo porteranno a un passo dalla pazzia.

L’estate del 1960, dove tutto ha inizio, è relegata nel buio profondo della mente di Dale, nascosta sotto strati di perbenismo e abitudini costruite ad hoc per dimenticarla. Nel buco profondo che quell’anno ha scavato nella sua anima si annidano i mostri cattivi con cui ha avuto a che fare, quelli che adesso ritornano prepotenti a farsi sentire.

Tornare in quel piccolo paesino dove è iniziato tutto lo porta a dover fare i conti con il passato che ha così sapientemente nascosto anche a se stesso. I fantasmi delle persone che hanno avuto un ruolo importante nella peggior estate della sua vita ritornano e pretendono di essere ricordati. Ma Dale non è dello stesso avviso, lui rammenta solo le poche cose belle avvenute quarant’anni prima, i dolori e le efferatezze sono stati rimossi, quasi cancellati, ma mentre si appresta a scrivere di quell’anno le cose prendono una piega diversa: il suo passato prende il sopravvento e con lui gli orrori che l’hanno popolato.

L’amico Duane diventa la sua guida verso l’inferno, quello che lo traghetterà oltre la ragione e lo spedirà nel mondo degli spiriti.

I sogni così si intersecano alla realtà, si fondono talmente bene che il lettore fatica a capire, così come il protagonista del libro, qual è la verità e qual è la finzione, qual è l’incubo e qual è la cruda vita reale.

Pagina dopo pagina l’orrore prende forma, la paura s’insinua subdolamente nella mente e fa percepire e vedere cose irreali, ma che potrebbero essere. E nel chiederci continuamente cosa è vero e cosa no sprofondiamo con Dale nella sua pazzia. Ci perdiamo nelle vaste distese coperte di neve, dove solo il silenzio sembra regnare incontrastato e mai penseresti che qualcosa di malvagio potesse ghermirti e farti del male.

Le descrizioni fatte magistralmente dall’autore rendono molto reale la storia narrata, le sue parole s’insinuano dentro la testa e scatenato l’angoscia, c’inducono a guardarci intorno a prendere atto che non sempre sono i mostri a fare paura.

Un ottimo libro, lo consiglio vivamente.


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