Intervista Laura Randazzo


Intervista a Laura Randazzo

a cura di Evelyn Storm

 

 

L’ombra della luna – Laura Randazzo

 

La spada sibilò nell’aria cozzando contro l’altra lama. Gli occhi verde cupo di Alex incontrarono quelli scuri del suo avversario, i loro volti vicini – l’uno glabro, l’altro cerchiato da abbondanti baffi scuri –, il respiro sul viso dell’altro. Poi con uno scatto Alex si allontanò, roteò su se stessa e la lama del suo pugnale fu alla gola dell’avversario, mentre la spada bloccava quella di lui. Urla cominciarono ad alzarsi dagli spalti, riempiendo l’aria calda e rendendola ancora più soffocante. Alex non si mosse, mentre le grida la incitavano a ucciderlo…

 

Se la trama può sembrare convenzionale per una storia di licantropi non sarete deluse. Laura Randazzo ha un modo di scrivere semplice e scorrevole; non si dilunga eccessivamente sulle descrizioni ma non tralascia nessun dettaglio. Alex, la protagonista, è una ragazza dall’infanzia difficile che si ritrova a fare la buttafuori per lavoro ed a misurarsi in combattimenti clandestini. È uno spettacolo leggere di lei che si muove decisa e sicura con in una mano una spada e nell’altra un pugnale. Altrettanto irresistibile è Michael, un licantropo estremamente affascinante che sconvolgerà la vita della nostra eroina. Dolce e protettivo quando è solo con Alex ma altrettanto letale e risoluto quando la situazione lo richiede.

Azione, complotti e colpi di scena, il tutto in un susseguirsi di eventi che lasciano con il fiato sospeso; non mancheranno però momenti di tenerezza, amore e passione.

Oggi su Fantasy Planet abbiamo il piacere di intervistare Laura Randazzo, scrittrice del libro L’ombra della luna, edito da Emma Books.

Note biografiche

Laura Randazzo si è laureata nel 2001 in Architettura con tesi in urbanistica. Nel 2005 frequenta il Master Universitario di I livello: “Strumenti e Metodi di Progettazione da Computer ed Elaborazione Grafica”, indetto dalla Facoltà di Architettura e dalla Facoltà di Ingegneria di Palermo, in partnership con UNISOM, erogatore delle borse di studio, di cui risulta vincitrice. Partecipa a vari concorsi. Dal 2005 si dedica alla libera professione nell’ambito delle ristrutturazioni edilizie, delle nuove costruzioni e nel design degli arredi. L’ombra della luna è il suo romanzo d’esordio.

Sinossi

Nord Inghilterra. Oldgrove. Alex Ryan non ha avuto una vita facile. Abbandonata in una stazione di servizio alla nascita, è cresciuta in un istituto, rifiutata come merce avariata dalle famiglie adottive a causa del carattere freddo e schivo. Adesso vive lavorando come buttafuori in un locale e affrontando combattimenti clandestini all’arma bianca. Quando nella sua esistenza piomba Michael Barclay le cose si complicano. Perché Michael è un licantropo, figlio minore della capobranco di Oldgrove… In una notte senza stelle, Alex salva la vita dell’uomo-lupo e i loro destini si intrecceranno per sempre. L’ombra della luna è il primo capitolo della saga La stirpe delle Lowlands.

Intervista all’autrice Laura Randazzo

 

 

Raccontaci chi sei.

Una sognatrice! Mi piace creare, ecco perché ho scelto la strada dell’architetto: perché che sia un’intera casa od un semplice mobile, realizzi, crei qualcosa. Fai diventare reale qualcosa che prima era soltanto un’idea. Mi piace la natura e amo fare passeggiate in montagna, immersioni e snorkeling e curare il mio giardino in campagna. In casa, oltre a  me e mio marito vivono due conigli, due canarini e un numero imprecisato di pesci nell’acquario. Non sono un tipo molto femminile (quando mi trucco per qualche cerimonia poco ci manca che mio marito mi faccia una foto!). Suono la batteria (il momento più terribile del mio matrimonio è stato dover suonare davanti a tutti gli inviatati!!!). Amo tanto viaggiare e se potessi farei almeno quattro viaggi l’anno! Ogni posto che visito mi arricchisce di qualcosa di nuovo: atmosfere, personaggi, luoghi, usanze, leggende. Ho poi una quantità smisurata di difetti, ma li tengo per me, non è necessario dirveli! 😉

 

Quando hai sentito per la prima volta l’esigenza di scrivere un libro?

Non ricordo quando è stata la prima volta che ho scritto, è troppo indietro nel tempo: è una cosa che fa parte di me ed è cresciuta con me. Quand’ero piccola leggevo molto ed avevo una predilezione per i libri fantasy. Dopo Il Signore degli Anelli ed i libri di Terry Brooks cercavo altri testi che rievocassero quei luoghi fantastici, ma purtroppo il fantasy non era molto diffuso… forse per questo ho cominciato a scrivere: per creare da me le storie che volevo! Ogni libro era un’esplorazione in un mondo nuovo, la conoscenza di nuovi amici da cui mi dispiaceva dovermi separare al termine della lettura. Salgari, Conan Doyle, Verne, Stevenson… ognuno di loro mi faceva continuare a sognare anche quando non leggevo. Alle scuole medie, nei compiti di italiano uscivo sempre “fuori tema”: qualsiasi spunto era buono per iniziare una nuova storia, spesso influenzata da ciò che in quel periodo leggevo. Così scrivevo pagine su pagine, senza mai giungere alla fine. Ciononostante la mia professoressa non si lamentò mai, anzi mi diede sempre ottimi voti e mi incoraggiò.

 

Come mai ti sei avvicinata al mondo fantastico e paranormale?

Il fantastico fa parte del mio DNA di lettrice… il paranormale l’ho conosciuto con Twlight. Quando mio marito lo acquistò pensai che fosse un horror, quando iniziai a leggerlo scoprii un nuovo mondo per me inesplorato ed affascinante: le creature della notte che erano anche qualcos’altro oltre a mostri ed assassini! Così ho cominciato a cercare e  leggere libri di genere paranormale. Le mie creature preferite tuttavia non hanno molti narratori (che siano stati pubblicati anche in Italia almeno). I licantropi mi attraggono per la loro mescolanza di animale ed uomo. Hanno le emozioni di quest’ultimo ma gli istinti del primo. Li immagino sanguigni, con ogni emozione e senso amplificato, con uno stretto legame con la natura. Forti, ma, allo stesso tempo più fragili di un vampiro che viene descritto quasi sempre come immortale e pressoché invincibile. Amo gli eroi combattuti, con le loro fragilità, i loro difetti. Che non siano in pace con loro stessi e che, soprattutto, non si ritengono eroi: sono le circostanze in cui si vengono a trovare e la loro decisione di agire che li rendono tali. (Per fare un esempio: non apprezzo Superman (troppo perfetto!), ma amo Batman nella versione che ne ha dato Christopher Nolan).

 

Tre notizie che dovremmo conoscere sul tuo romanzo L’ombra della luna.

L’ombra della luna è nato con il personaggio di Alex: era così vivido e reale che scrissi molte parti che la riguardavano immediatamente; il resto della storia venne dopo. Ho ripreso in mano L’ombra della luna l’anno scorso prima dell’estate. Avevo concluso un cantiere di ristrutturazione e, causa crisi, non c’erano altri lavori in vista. Così, per la prima volta, avevo il tempo di dedicarmi alla scrittura a tempo pieno.  Probabilmente se il mio lavoro non avesse subito quel periodo di stanca, L’ombra della luna sarebbe ancora in attesa di essere terminato. Quando mi ha contattato Maria Paola Romeo, a soli due mesi dal nostro incontro a Matera, non riuscivo a crederci: mi sembrava incredibile che, fra tutte le persone e le proposte che aveva visto e ricevuto avesse chiamato me. L’editing e la pubblicazione sono stati velocissimi, ed io ancora non credo di essermi resa conto che sia tutto vero.

 

A chi ti sei ispirata per la figura femminile?

Ehheheh. A quello che vorrei essere? Alex è molto poco femminile, non si dedica alla casa ed è disordinata, un po’ come me. Però è anche forte, indipendente e diffidente, per alcuni versi quasi anaffettiva, ma soltanto perché non ha mai concesso a nessuno di avvicinarsi troppo a lei. Io, a causa della mia timidezza, risulto spesso algida a chi non mi conosce e ciò tiene a distanza le persone, ma non ho il suo carattere così duro. È un po’ la mia eroina ideale: forte, ma dotata di cuore e coraggio. Da piccoli sogniamo quello che vorremmo essere da grandi. A me sarebbe piaciuto essere una sorta di cavaliere o supereroe che lotta contro il male e salva le persone in difficoltà… non posso farlo nella realtà ma con la fantasia sì!

 

Alex salva la vita dell’uomo-lupo. Come mai hai optato per questa donna forte che non ha bisogno della protezione di un uomo?

Per i motivi di cui sopra, e perché per anni ho vissuto da sola, pensando io a me stessa. A differenza di Alex  però ho avuto la fortuna di avere tanti amici che sono stati meglio di una famiglia. Inoltre ho trascritto in Alex la tendenza a proteggere piuttosto che ad essere protetta, più incline al mio carattere.

 

Hai scelto l’Inghilterra come ambientazione. Perché?

Anni fa ho fatto un viaggio in auto con un amico in Scozia. Era un periodo particolare: la mia vita era a una svolta e avevo bisogno di lasciare tutto ed andar via. Prendemmo un auto ad Edimburgo e partimmo, senza meta. La Scozia mi affascinò e mi allontanò da tutto ciò che mi ero voluta lasciar dietro. Come quando leggevo o scrivevo un libro, anzi molto meglio, mi immersi in un mondo meraviglioso, lontano dalla realtà. I luoghi scozzesi erano abitati dalle nebbie, la pioggia e gli animali. Le poche persone che incontravamo erano cortesi e ci mettevano subito a nostro agio. Quei luoghi mi sono entrati nell’anima. Ricordo ancora la sensazione che provai quando arrivammo sulle rive del Loch Ness: il sole era appena tramontato ed il vento increspava l’acqua, dietro troneggiavano le rovine di un castello… era una terra magica in cui tutto poteva accadere e ci poteva essere molto di più di ciò che si vedeva, anche i licantropi.

 

A quando il secondo capitolo della saga “La stirpe delle Lowlands”?

Ho già iniziato a scriverlo, ma servirà ancora un po’ di tempo.

 

Quali letture sono capaci di influenzarti?

In questo periodo continuo leggere paranormal romance ed urban fantasy, J.R. Ward e Lara Adrian in primis perché mi piace la concretezza con cui riescono a rendere personaggi e luoghi (cerco di farmi ispirare dal meglio, chissà che un giorno non arrivi anch’io ad essere così brava! Non cerco né leggo nulla invece che parli di licantropi: voglio evitare che la loro lettura mi influenzi. L’ispirazione maggiore comunque me la dà sempre la musica!

 

Cosa vorresti dire a chi si appresta a scrivere un libro?

Di lasciare libero sfogo alla propria immaginazione. Abbandonare le redini e lasciare che questo cavallo impetuoso ed ombroso lo conduca. Di divertirsi e godersi il viaggio e l’avventura.

 

 

 

 

 


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