Il Canto delle Ombre – Camilla Morgan-Davis


Intervista a Camilla MorganDavis

a cura di Evelyn Storm

 

 

Camilla MorganDavis – Il canto delle ombre

 

Voleva rievocare la sensazione di libertà assoluta di essere nella forma di lupo pronta a correre in un bosco. Per un attimo ci riuscì. Nella sua mente era lupo, ma era anche una bambina, la stessa che aveva visto i suoi genitori uccisi; una bambina che guardava sconvolta quei corpi senza vita, si strofinava il naso e gli occhi con le piccole mani per ricacciare le lacrime, poi di nuovo una grande lupa. Tutti quei pensieri erano sbagliati. Si trovava in una bara di vetro prigioniera del suo stesso triste destino.

La sua pelle era congelata.

Ogni pensiero divenne inafferrabile. Frantumato e trascinato via.

Nessun suono. Non restò niente. Se non il dolore.

È un’avventura che incalza fra la vita e la morte, uno scontro fra le ombre e la luce, uno scontro fra gli incubi e i sogni. È la storia di un amore maledetto e proibito che cresce nonostante l’assenza e la lontananza, al di la dell’oblio.

È la voce della luna che ha incoronata Maila, una ragazza lupo di diciotto anni, Prescelta nel clan dei lupi e il suo ruolo di Prescelta lo porterà lontano, fino a Ochate in Spagna per liberare il suo popolo dal grande pericolo dell’ Arma Celeste, il veleno che riuscirebbe a sterminarli attraverso una minacciosa epidemia. Ma i pericoli per Maila sono molteplici, e spesso neppure visibili.

Oggi su Fantasy Planet intervistiamo con estremo piacere Camilla MorganDavis, l’autrice del romanzo, Il canto delle ombre, edito dalla Casa editrice Zero91.

Note biografiche

Camilla Morgan-Davis (Sanremo, 1982) allo scoccare della mezzanotte inizia a scrivere. Di giorno si occupa di scienze sociali e letteratura on-line. Il canto delle ombre è il secondo romanzo. Il canto della notte, il primo libro, è stato acquistato in Olanda dalla casa editrice Baeckens books.

Sinossi

Maila trascorre le sue giornate chiusa nella sua stanza ad Amadriade, ascoltando musica e supplicando la Luna di aiutarla a cercare Ren, il suo amore, il suo Othar. Lei è sempre più convinta che lui sia vivo, tenuto prigioniero dai Disincarnati.

Chiede alla Luna una nuova visione, un nuovo sogno, per rivederlo e scoprire il luogo in cui si trova, ma Maila ignora che i sogni sono popolati da Demoni chiamati Velatori, che vogliono cibarsi della sua carne per raggiungere l’immortalità.

Scoprirà che la realtà è più terribile dei suoi incubi: i Disincarnati, gli antichi nemici dei licantropi, non solo hanno allestito una cellula segreta in un paese dimenticato del nord della Spagna in cui tengono prigionieri i muta forma, ma stanno cercando il luogo in cui da secoli è custodita l’Arma Celeste, un pericoloso veleno in grado di sterminarli.

Maila sarà nuovamente chiamata ad adempiere al suo ruolo di Prescelta, lasciando Amadriade per mettersi in viaggio verso la città spagnola di Ochate, con la speranza che proprio li si trovi anche Ren.

Affronterà una nuova avventura con la speranza di non fallire, proteggendo il popolo degli uomini lupo, se stessa e il suo Othar.

Intervista all’autrice Camilla MorganDavis

 

Chi sei come donna e come autrice?

Sono una ragazza di trent’anni spesso malinconica, ma nello stesso tempo tenace e determinata. Vivo con il mio ragazzo e la mia cagnolina. Vorrei vivere scrivendo, ma attualmente non è ancora possibile e come tanti altri ragazzi della mia generazione sono una precaria. Prevalentemente mi occupo di organizzare eventi culturali per ragazzi.

Come autrice sono alla continua ricerca di me stessa. Inseguo e credo nel coraggio e nel potere della creatività e della Meraviglia. Scrivere è la parte migliore di me. Scrivere mi ha letteralmente salvata da tanti burroni, che come donna, ho incontrato sulla mia strada. Quegli stessi burroni li ho attraversati camminando su un filo. La scrittura è sempre un dono. Cito una frase di  Micheal Ende, che è uno Scrittore che amo moltissimo “…Se l’arte e la poesia, nel senso più elevato, hanno un’intima affinità con il gioco, allora l’artista tramuta ogni cosa, ciò che è orribile o ciò che è amabile, il profano e il sacro, la follia e la verità più alta, tramuta tutto questo in un gioco. E in questo gioco è serio.”

 

Quando hai scelto di accostarti al genere urban fantasy?

Era il 2003 quando ho iniziato a mettere su carta le prime storie. Quando ho inziato a scrivere pensavo alla trama, ai personaggi e non alla categoria di riferimento. Sono stata  sempre affascinata dal fantastico e dalla magia.

 

Quanto ti senti legata alla tua protagonista, Maila?

Moltissimo.

 

Ci racconti qualche aneddoto del tuo nuovo libro “Il canto delle ombre”?

In questo secondo libro ho voluto dare spazio alle ombre più nere della nostra esistenza. In cui talvolta persino i sogni diventano echi di morte e il male sembra la forza in assoluto più tenace e destinata alla vittoria. Ma non bisogna sottovalutare la forza e la determinazione delle donne.

 

È stato complicato scrivere questo secondo romanzo o hai trovato più difficoltà ne “Il canto della notte”?

Mi sono limitata ad ascoltare la voce di Maila. Era lei che mi raccontava cosa le stava accadendo ed io scrivevo.

 

Il tuo primo libro è stato acquistato dalla casa editrice belga – olandese Baeckens Books. Come ci sei arrivata e che emozioni hai provato alla notizia?

Ho urlato di gioia e ringrazio il lavoro della “Zero91” che ha tenuto i rapporti con la Baeckens Books.

 

Quale dei tuoi libri ti ha suscitato più emozioni?

Senza dubbio “Il canto della notte”. È stato come realizzare un sogno e cominciare un viaggio. È  stato il primo passo di una grande avventura che sto ancora vivendo.

 

Quanto di te stessa metti nelle tue storie ?

Cerco di mascherarlo rendendo i personaggi creature autentiche e distanti da me. Un po’ come figli a cui dai la vita, hanno il tuo DNA, attraversano la tua storia ma non ti appartengono e vivono di caratteristiche proprie.

 

Parlaci dei tuoi progetti futuri in ambito letterario.

Segreto J

 

Suggerisci due consigli agli scrittori emergenti.

Prima di tutto di leggere tantissimo,  di confrontarsi con altri autori scambiando in lettura i testi, accettare le critiche…ma non tutte. Di mantenere intatta l’umilità e liberare la fantasia.


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