Recensione: “I tre moschettieri”


A cura di: Marco Montozzi
Recensione: “I tre moschettieri”

Autore: Alexander Dumas (Padre)
Edizione: una qualsiasi purché non sia una riduzione

Quella che vorrei suggerire in questa mia nuova recensione è un romanzo che, apparentemente, potrebbe sembrare lontano dal gusto e dal genere che solitamente vengono proposti qui, su Fantasy Planet.
In realtà tutti le storie in cui siano presenti dei cavalieri o degli spadaccini sono debitori di questa opera che con la caratterizzazione dei suoi personaggi e situazioni, ha fatto scuola.
Dimenticate film, cartoni animati, riduzioni per bambini, libri e libretti illustrati qui ci troviamo davanti a qualcosa di inaspettato!
Certo è questa de “I Tre Moschettieri” è una storia che oramai appartiene all’immaginario collettivo e che tutti bene o male conosciamo, ma ne siete proprio sicuri?
Un mattoncino di settecento e rotte pagine che non deve assolutamente spaventare: questo romanzo scivola via che è un piacere: intrighi, duelli, dame, spadaccini, eroi e personaggi malvagi, c’è tutto quello che si può chiedere a un romanzo di “cappa e spada” che ha, ripeto, definito personaggi e situazioni di romanzi e storie a venire.
Questo libro è capace di aprire un mondo!
E’ un libro che deve essere letto, col cuore aperto, con predisposizione alla risata, alla commozione, al sorriso, è un libro avventuroso e veloce, inarrestabile nel suo narrare. Un libro politicamente scorretto, un libro divertente, un libro irriverente, un libro grasso e compiaciuto.
E’ un libro questo che ha carattere questo, carattere che passa anche attraverso la costruzione dei personaggi che sono perfetti nella loro imperfezioni come sono le persone reali.

Quello di Alexandre Dumas è un libro che non risente degli che ha e come nei migliori scritti, una attenta documentazione e un preciso riferimento storico ne fanno un romanzo profondamente “reale”.
Ad esempio il corpo dei moschettieri del re è una figura militare realmente esistente della Francia dal XVI secolo fino al XIX.
I moschettieri di cui si parla nel libro vengono riferiti alla compagnia assunta dal re Luigi XIII come suo esercito personale. La compagnia dei moschettieri è contrapposta nel libro e nella storia vera alle guardie del cardinale Richelieu  che si affrontano in numerosi duelli illegali.

I tre moschettieri protagonisti del romanzo vengono presentati con dei soprannomi e sempre nominati con questi. Forse per renderli più fascinosi Dumas li dotò di pseudonimi, utilizzando i loro veri nomi solo in parte, e ritagliò precisi peculiarità caratteriali per ognuno di loro.

Athos: il più ammirato dei tre moschettieri, prima di divenire moschettiere era semplicemente il conte de la Fère e, udite-udite marito di Milady!
Porthos: di cui si conoscerà il solo “cognome” che è du Bracieux,  è il più alla mano dei tre è il più forte dei moschettieri forse anche perché è quello che tiene maggiormente al proprio onore.

Aramis: apparentemente prete mancato, conoscitore della lingua latina, poeta e amante, indossa la divisa da moschettiere solo temporaneamente.

E poi infine c’è la lei, la malvagia della letteratura per eccellenza, la cattiveria senza traumi (nel senso che è cattiva proprio perché lo è e non perché poverina qualcuno le ha fatto qualcosa e allora la si deve giustificare) insomma la  “bastarda a tutto tondo”  Milady!

Un libro da scoprire, riscoprire, leggere e rileggere.


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