Magia e Stregoneria: L’Arte arcana nel Fantasy Classico


Magia e Stregoneria: L’Arte arcana nel Fantasy Classico

A cura di Maurizio Vicedomini

Pur attingendo alle credenze su streghe e malocchi, radicate nella civiltà dall’alba dei tempi, il fantasy classico ha da subito reinventato la struttura di magia e stregoneria. Spesso si perde la differenza effettiva fra le due cose, ovvero il risultato finale. Potremmo trovare un mago e uno stregone capaci di compiere le medesime prodezze.

E dunque, cosa li rende differenti?

 

Il punto principale sta nel modo in cui essi ottengono il potere. Il mago – finché non diventa mago – è una persona comune, al massimo dotata di un particolare acume. Coltivare la magia corrisponde a uno studio intensivo su grimori di incantesimi e leggi della natura.

Un mago accede ai propri incanti tramite formule arcane, spesso corredati da gesti precisi e componenti materiali, ed è vincolato agli effetti che i propri incantesimi producono. Potrà crearne di nuovi, ma di solito questo processo viene descritto come lungo e faticoso.

Lo stregone, invece, lo è sin dalla nascita. I suoi sono poteri intrinseci, ereditati da un genitore sovrannaturale (spesso si fa riferimento a demoni) o ottenuti tramite rituali al momento del parto. Le origini spesso non vengono chiarite, e di fatto lo stregone è il lato ‘misterioso’ delle arti arcane.

Il fantasy classico fa riferimento – in via generale – a due tipi di stregoni. Il primo, più classico, adopera gli stessi incanti dei maghi, riuscendo però a dominare le forze della natura con i poteri che possiede.

L’altro tipo, sviluppatosi in seguito, prevede un controllo sull’energia. Lo stregone non ha quindi un potere prestabilito, ma può incanalarlo in modulazioni differenti, suggerite anche solo dalla fantasia dell’individuo.

Alla base di questa differenza c’erano notevoli precedenti non ben differenziati. Se si pensa al Merlino della tradizione celtica o bretone, si è soliti chiamarlo ‘mago’. Egli, però, si comporta come uno stregone, secondo la concezione premessa su.

Allo stesso tempo, gli sciamani – che adoperano la loro ‘magia’ tramite infusi e rituali – erano conosciuti come stregoni da coloro che non erano addentri a quei misteri.

La situazione reale, dunque, non era così netta nella divisione. La concezione moderna del fantasy classico ha le sue radici più forti – sebbene vi siano dei precedenti tentativi – nel gioco di ruolo. GdR come Dungeons and Dragons.

La diffusione a livello mondiale delle ambientazioni come Forgotten Realms – che al giorno d’oggi resta la più giocata – ha permesso che l’idea si uniformasse secondo canoni ben delineati, come solo il regolamento di un gioco di ruolo poteva fare.

Le linee di grigio sono scomparse, a favore di una netta distinzione fra i due tipi di ‘magia’.

C’è da fare una constatazione: i grandi nomi del fantasy classico – a partire da Tolkien, passando per Howard, Lewis e Moorcock – avevano già una delimitazione fra le due tipologie, sebbene con confini fumosi. Alcuni, ed è il caso del Professore, si sono limitati a utilizzare solo uno dei due archetipi, preferendo in questo caso lo stregone. Altri, invece, utilizzavano il concetto di magia come un qualcosa di più generale, lasciando ai maghi la parte più aperta e visibile, e relegando gli stregoni nell’occultismo e nell’adorazione delle divinità oscure.

Un esempio ben noto potrebbe essere estrapolato dall’opera di Howard. Il racconto Nascerà una Strega del ciclo di Conan usa con Salomé la figura della strega moderna, preannunciando quasi una delle canonizzazioni più celebri. Essa è malvagia, dotata di poteri sconosciuti che tendono al compimento del male. Poco importa che quegli stessi poteri possano essere adoperati anche per il bene: ciò che la rende una strega – e non una maga – è proprio l’utilizzo che ne fa.

Quando il barbaro, in La Fenice sulla Lama incontra il Saggio Epemitreus in sogno, si fa riferimento al suo incanto come ‘magia’, contrapposta alla stregoneria di Thoth-Amon dell’Anello.

Oggi la delimitazione è netta, e ben pochi – nel fantasy classico – se ne allontanano. Il ritorno alle leggende originarie si sta avendo con l’urban fantasy, con nuovi riferimenti alla Cabala e alla demonologia. Ma questo mondo è assai differente e distante da quello dei miti medievali che il fantasy classico – in ogni sua sfaccettatura – incarna.

Esso ha i suoi maghi e i suoi stregoni, congelati nel tempo dell’abitudine, ma ancora capaci di delineare personaggi credibili e mai scontati.

«Ogni secolo nascerà una strega: così recita l’antica maledizione. E così è stato. Alcune vennero uccise alla nascita, così come cercarono di uccidere me. Alcune vagarono per il mondo come streghe, orgogliose figlie di Khauran, con la luna dell’inferno che ardeva sul loro seno eburneo. A ciascuna venne dato il nome di Salomè. Anch’io sono Salomè. Fui sempre Salomè, la strega. Sarò sempre Salomè, la strega, persino quando le montagne di ghiaccio scenderanno ruggendo dal polo e distruggeranno le civiltà e un nuovo mondo sorgerà dalle ceneri e dalla polvere – persino allora ci saranno Salomè che vagheranno per il mondo per intrappolare i cuori degli uomini con le loro stregonerie, per danzare davanti ai re della terra e per vedere le teste dei saggi cadere secondo i loro capricci.»

Nascerà una Strega, Il Ciclo di Conan, R.E. Howard


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