Lara Manni – Tanit, la bambina nera


Intervista a Lara Manni

a cura di Evelyn Storm

 

 

Lara Manni – Tanit, la bambina nera

 

Dopo ciò ebbi una visione: una porta era aperta nel cielo. Non ci sono stelle. È il 24 febbraio 2008.
I titoli dei quotidiani (sette colonne, caratteri così grandi che sembrano fiammeggiare) ribadiscono lo stesso concetto con poche varianti. “Roma violenta”. “Sangue sulla capitale”. “Notte di follia”. Marcello li ha ripiegati e impilati sulla scrivania dopo averli letti. Li ha quasi imparati a memoria, anzi, da quando, stamattina, ha sbirciato dal giornalaio la prima pagina di «Repubblica». Da quel momento, ogni piacevole abitudine quotidiana (la prima sigaretta nel tragitto dall’edicola al bar, la lettura del giornale ascoltando musica barocca, due ore di lavoro al quadro, e via scivolando verso la sera) si era spezzata senza rimedio. […]

“Lara Manni crea un regno popolato da demoni, manga e mondi paralleli, ma con un filo conduttore attuale: l’orrore per la crudeltà umana” Silvia Pingitore, Il Venerdì di Repubblica.

Oggi su Fantasy Planet siamo felici di poter intervistare Lara Manni, la scrittrice di Tanit, la bambina nera, romanzo conclusivo di una trilogia fantastica, edito da Fazi Editore.

Note biografiche

 

Lara Manni è nata e vive a Roma, trafficando tra librerie e biblioteche. Dal 2006 scrive fan fiction su Efp con lo pseudonimo di Rosencrantz. Nel 2009 ha pubblicato il romanzo Esbat con Feltrinelli. Come dichiara l’autrice ha iniziato per caso a scrivere Esbat, nel 2006 frequentando un forum di manga, fra le frequentatrici nacque l’idea si scrivere qualcosa ispirandosi al manga di Inu Yasha. Lei ci prova e scopre che scrivere gli piace e così continua. Non ha un gatto, ma ha un blog: www.laramanni.wordpress.com

Sinossi

Italia, 2008. In un paese dove inizia a colpire la grande crisi economica, fa la sua comparsa Axieros, l’oscura dea che ha tramato affinché mondi separati venissero in contatto. Cerca una donna umana piena di rabbia e odio, che possa partorire sua figlia Tanit, la bambina nera destinata a essere fatale per il genere umano. Sul cammino di morte che Axieros sta disegnando si incontreranno due demoni: Hyoutsuki, in cerca del suo destino, e Yobai, in cerca della vendetta. Ma sulla stessa strada cammina anche Ivy, che ha il potere di far diventare reale ciò che disegna e che rappresenta un pericolo per tutti: per la dea, per i demoni, per una coppia misteriosa che ha il compito di riequilibrare i due mondi. Solo Ivy può compiere la scelta definitiva: ma a un prezzo che forse non è disposta a pagare.

Intervista all’autrice

Chi è Lara Manni?

 

Una donna di trentacinque anni che ha sempre letto molto e a un certo punto della sua vita (cinque anni fa, per l’esattezza) ha scoperto che aveva una gran voglia di restituire quel che aveva avuto in regalo da altri autori. Dunque, ha cominciato a scrivere a sua volta. Prima fan fiction, poi romanzi.

 

Parlaci del tuo approccio alla scrittura.

 

Comincia sempre con un’immagine, e spesso l’immagine appartiene a quello che diventerà un personaggio secondario. Rubo molto. Se qualcuno con cui sto parlando racconta una storia capitata a un’altra persona, e se quella storia ha un particolare a cui posso agganciarmi, comincio a ruminarci sopra, a chiedermi  “e se? E poi? E dunque?”. In genere i miei romanzi nascono così: da una reazione a catena dovuta a un luogo, una scritta, un episodio. Quando comincio, ho sempre chiaro il finale, quasi mai il modo per arrivarci. Infine. Quanto detto fin qui si riferisce alle prime stesure. Prima di arrivare a essere la storia che ho in mente devono essercene almeno cinque, distanziate nel tempo, dove lavoro soprattutto su struttura e lingua.

 

Come sei arrivata a pubblicare per Fazi Editore?

 

Prima di Fazi c’è stato Feltrinelli. Ho cominciato a scrivere la trilogia di E.S.T. (Esbat, Sopdet, Tanit) in rete, su Efp. Erano fan fiction, dunque molto più grezze delle storie definitive. Un lettore ha segnalato Esbat a un’amica che mi ha presentato al suo agente, e l’agente ha proposto Esbat a Feltrinelli, che l’ha pubblicato nel 2009. Dal momento che non è una casa editrice che si occupa di fantastico con continuità, è sembrato a tutti più corretto che gli altri due episodi uscissero con un editore che conosce e sostiene il genere come Fazi. Tutto qui.

 

In Tanit , la bambina nera cosa ti ha spinto a mescolare la mitologia orientale con il presente odierno?

 

L’incontro fra le due culture è avvenuto già nel primo romanzo della trilogia, che – quando era fan fiction – si è ispirata a un manga. La mitologia orientale è ricca di possibilità narrative proprio perché è a sua volta contenitore di infinite leggende. Quanto al presente: il mio modo di raccontare non prescinde mai dal mondo in cui vivo. Non per ideologia preconcetta: semplicemente, questa è la mia voce narrativa.

 

Chi ti ha ispirato Tanit?

 

Come dicevo, Tanit è il terzo episodio di una trilogia, quindi, anche se i tre libri sono leggibili separatamente, sono presenti molti personaggi nati e poi sviluppati negli altri due romanzi. In particolare, lo spunto per Tanit nasce da una scritta incisa su un muro, che ho notato tornando a casa, un pomeriggio di primavera: “Fine mondo. Deto Bibia”. Una scritta sgrammaticata che mi ha colpito al punto di elaborare lo scenario da fine dei tempi che caratterizza il romanzo.

 

Raccontaci del tuo libro.

 

In due parole? Due universi. Uno che appartiene a demoni e déi, uno che appartiene agli uomini. I due mondi non devono toccarsi. Ma un demone, Hyoutsuki, è passato nel mondo degli uomini (in Esbat), ne ha condiviso passioni e orrori (in Sopdet) e ora si trova davanti a un bivio. Solo uno dei mondi può sopravvivere. Quale? Naturalmente, è molto più complesso di così.

 

Quanto tempo dedichi a scrivere?

 

Dipende. Cerco di scrivere qualcosa ogni giorno, sia pure un post per il blog, o un articolo. Quando sono in fase di stesura di un racconto o di un romanzo, scrivo tutti i giorni. Riempio le pause leggendo. Non smetto mai di leggere.

 

Le tue scelte in fatto di lettura quali sono?

 

Onnivore. Leggo fantastico (King, soprattutto), ma anche autori che si pongono a metà tra fantastico e mainstream (Murakami, soprattutto). Ma anche gialli, manga, romanzi storici, romanzi e basta. Praticamente quel che mi capita a tiro.

 

Hai qualche progetto per il futuro?

 

Ho terminato un romanzo “solista”, dal titolo provvisorio de “Il gioco di Lavinia” e ronzo attorno all’idea di una storia piuttosto complessa che avrà come sfondo gli anni Ottanta.

 

Un consiglio per gli autori emergenti.

 

Siate lettori prima che scrittori. Non cercate di pubblicare a tutti i costi: la scrittura è più importante della pubblicazione, e la pubblicazione medesima non è un fine. Semmai, un faticoso inizio.


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