ABAKAN 2288


Kallamity – Design Studio Press

ABAKAN 2288

Kallamity’s World of Mecha Design Part One

 

Un’esperienza a 360° tra disegno, illustrazione, narrazione e mecha-design.

Autore: Luca Zampriolo (Kallamity)

Editore: Design Studio Press

Formato: 23,7×28,7

Introduzione di Kow Yokoyama

Sappiamo che le risorse naturali ed energetiche come metalli, petrolio e gas, non sono illimitate.

Sappiamo anche che la storia tecnologica dell’uomo ha avuto, negli ultimi 100 anni un’evoluzione ed una crescita vertiginose con le conseguenze sull’ambiente che da poco tempo stiamo cominciando a conoscere.

E se tutto ciò un giorno dovesse finire? E se un cataclisma o uno sconvolgimento sociale dovessero arrestare ciò che conosciamo come “progresso”? L’uomo sarebbe in grado di sopravvivere compiendo un passo indietro e tornando ad una dimensione pre-elettronica?

ABAKAN 2288” parte proprio da questa domanda ed abbraccia la teoria di Umberto Galimberti espressa in “Psiche e Techne” (Feltrinelli, 1999) secondo la quale la tecnica ha sostituito la natura stessa e, rappresentando il vero ambiente che ci circonda, tiene le redini della vita dell’uomo, poiché la tecnologia non è giusta nè sbagliata, essa semplicemente deve “funzionare”.

L’autore di “ABAKAN 2288”, Luca Zampriolo (Kallamity)  crea un mondo parallelo in cui la sfida dell’uomo si può riassumere nel tentativo di tornare (o addirittura superare) la soglia tecnologica dell’epoca precedente ma con la scarsità di materiali e le avverse condizioni che caratterizzano questa “nuova” società.

Come in uno Tsunami tecnologico, la sete di energia travolgerà tutto ciò che incontra lungo il suo cammino e non accennerà a rallentare fino a quando il suo obiettivo principale non verrà raggiunto: un “nuovo” progresso ancor più cieco del precedente, per continuare a sfruttare senza pietà quel poco che Terra (e non solo) ha ancora da offrire, o semplicemente per far sì che i materiali usati in passato (diventati ora preziosi come ogni tipo di metallo), possano essere riciclati e rifusi  per creare nuovi e sempre più ingombranti macchinari.

Una volta terminato il tempo delle micro-tecnologie, caduti i governi ed ogni tipo di democrazia, la popolazione monidiale, decimata da guerre ed apocalissi nucleari, soccombe a  poche organizzazioni o caste post-industriali che detengono il potere solo perchè possessori di beni in esaurimento divenuti più che mai preziosi, come petrolio, gas naturale o ferro.

Anche il denaro ha perso il suo valore e gli scambi vengono per lo più fatti barattando energia in cambio di metallo riciclato e rifuso in cubi metallici chiamati “Iron-Q”, che rappresentano la materia prima per poter costruire impianti, fabbriche, veicoli da guerra e HDMs.

Vere protagoniste della storia, le HDM (Hard Doll Machines) non sono altro che giganteschi organismi antropomorfi creati a scopo bellico o come forza lavoro in ambienti avversi e rappresentano la commistione tra la conoscienza di un’evoluta tecnologia del passato e gli sforzi per poterla addirittura superare, cercando di adattare una nuova scienza ai pochi mezzi a disposizione.

Abakan, divenuta ormai un diroccato avamposto in mezzo al nulla ed è teatro del supposto ritrovamento di un misterioso testo da cui è stato tratto questo libro.

Questo è l’artificio letterario che nella prima parte del volume, l’autore sceglie per raccontare la sua storia , ma “ABAKAN 2288” non è solo questo: e’ soprattutto una raccolta di disegni, illustrazioni, foto e fotomontaggi dei mezzi usati in questo mondo insieme aii modelli originali ed ai “passo a passo” che mostrano diverse tecniche di costruzione e colorazione che l’autore usa per dare vita ai suoi soggetti.

Luca Zampriolo nasce a Mantova il 29 Ottobre 1975.

Fin da piccolissimo il padre Giorgio lo accompagna al cinema a vedere films come Blade Runner, Dune, Star Wars e inizia a sviluppare una vera e propria ossessione per astronavi, robots e tutto ciò che è fantascienza.

Per anni infatti prova a riprodurre soggetti col Pongo, Das e successivamente Lego, ma senza i risultati sperati. Dopo molti anni compra i primi modelli in plastica e resina e da allora, dopo aver conosciuto materiali come styrene, stucco bicomponente e colle cianoacriliche inizia ad autocostruire i primi soggetti.

Nel frattempo si diploma all’Accademmia di Belle Arti di Bologna con indirizzo pittura.

Successivamente, dopo aver ottenuto un discreto successo in rete con i suoi modelli, nel 2007 decide di fondare un proprio brand e mette in commercio modelli in resina originali, prodotti in serie limitate da prototipi da lui stesso disegnati e scolpiti.

Vive e lavora a Mantova.

 


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