Intervista a Roberta Usai


Roberta Usai – La maledizione del Centauro

In una terra mistica, sogno di ogni amante della mitologia, prende vita il romanzo d’esordio di questa autrice.
Atlantide è un’isola leggendaria il cui mito è menzionato per la prima volta da Platone. Secondo il filosofo sarebbe stata una potenza navale situata “oltre le Colonne d’Ercole”. Aveva conquistato molte luoghi dell’Europa occidentale e dell’Africa, novemila anni prima del tempo di Solone (approssimativamente nel 9600 a.C.). Atlantide sarebbe sprofondata in un singolo giorno e notte di disgrazia dopo avere fallito l’invasione di Atene.

Note biografiche dell’autrice

Roberta Usai nasce a Cagliari il 13 agosto 1991. Appassionata lettrice sin dalla più tenera età, inizia a scrivere racconti a otto anni, quando riceve la sua prima macchina da scrivere. Comincia a scrivere la trilogia di Atlantis già nel 2006. La maledizione del Centauro è il primo volume della saga fantasy ambientata ad Atlantide.

Sinossi

Le gemelle Anne e Kirsten Fletchey non vedono l’ora di crescere, per questo il giorno del loro tredicesimo compleanno hanno stretto un patto: ma più fantasie. Ma la notte della vigilia di Natale di due anni dopo, Anne e Kirsten faranno una scoperta che cambierà per sempre la loro vita: sono le Custodi del Confine, le protettrici di un orologio a pendolo magico capace di trasportarle dalla Sardegna alla mitica isola di Atlantide. Ad Atlantide, Anne e Kirsten si uniranno a un gruppo di fuorilegge che da dieci anni cerca di destituire il tiranno Centauro, che con il suo arco maledetto riduce in schiavitù chiunque venga colpito. Dove si nasconde l’arco? Chi ha tradito i Fuorilegge, rivelando l’identità di uno di loro? Le Custodi riusciranno a salvare Atlantide?
Tra Ninfe, creature ancestrali, guardie crudeli, traditori e nuovi amici, Anne e Kirsten dovranno vedersela anche con il loro lato più razionale, abbatterlo e accettare che, in un altro mondo, gli dèi interferiscono nella vita degli uomini, la magia esiste e nei boschi vivono creature mitiche come centauri, fauni e sirene. Un’avventura ai confini di questo mondo, ma anche un romanzo di formazione, in cui due adolescenti ricercano il proprio ruolo nel mondo.

Intervista all’autrice

Ciao Roberta, ci parleresti un po’ di te e della tua passione per la scrittura.

Ciao a Voi, grazie infinite per avermi invitata. Sono una studentessa universitaria e frequento il secondo anno di Giurisprudenza all’Università di Cagliari. Scrivo storie da sempre, grazie anche alla mia maestra elementare, poi a otto anni i miei genitori hanno convinto Babbo Natale a regalarmi la macchina da scrivere, e da allora sono un’esperta della tastiera. Mi considero una modesta Hermione Granger, amo la letteratura, il cinema, l’arte e… Harry Potter.

Quanto tempo dedichi a questa tua passione?

In realtà non ho uno routine fissa, anche perché è una passione, e come tale ci si deve dedicare solo quando si è in vena, quando l’atmosfera è perfetta e non si hanno troppi pensieri per la testa. In media, comunque, direi che scrivo almeno otto ore a settimana, ore scandite da scrittura, revisione, correzione, studio della trama e del mondo della mia storia. Il momento migliore per scrivere è il crepuscolo, tra le 17.00 e le 20.00. Trovo che sia un momento magico della giornata, no?

Parlaci del tuo romanzo, prima parte di una saga.

La maledizione del Centauro è il primo volume della trilogia fantasy Atlantis, che ha per protagoniste due gemelle di quindici anni, Anne e Kirsten Fletchey, sarde ma di origini inglesi. Sono due ragazze molto razionali, logiche e che non amano le fantasie, perciò quando l’orologio a pendolo del nonno fermo da diciassette anni riprende a ticchettare e le trasporta dalla Sardegna ad Atlantide, Anne e Kirsten pensano di essere impazzite. Ad Atlantide fanno la conoscenza dei Fuorilegge, un gruppo di ribelli che cerca di destituire il tiranno Centauro, che ha avuto in dono dalla dea Fere un arco maledetto, con cui miete le vittime che dovrà offrire a Fere in cambio di una ricompensa. Inoltre, qui scoprono di essere le Custodi del Confine, il cui compito è proteggere il Pendolo e Atlantide stessa. Un compito non da poco per due quindicenni!

Come mai hai scelto Atlantide come ambientazione?

Atlantide ha sempre suscitato un certo fascino in me, dovuto probabilmente alla mia passione per la cultura greca, i miti e le leggende. Così cominciai a buttare giù qualche appunto su quale potesse essere la cultura di Atlantide, la sua religione, la sua geografia… e scelsi di darle la forma della Sardegna. Poi per caso scoprii che alcuni archeologi ipotizzavano che la Sardegna fosse la mitica Atlantide, e che addirittura il Medio Campidano (la zona in cui vivo io e in cui vivono Anne e Kirsten) fosse l’unico pezzo di terra sopravvissuto all’inondazione che ha cancellato Atlantide, e questo mi ha convinto ancora di più che l’isola fosse l’ambientazione perfetta per la mia storia.

Che tipo di ricerche hai fatto per la stesura?

Io cerco sempre di essere fedele alla realtà, o quantomeno al verosimile, perciò ho fatto molte ricerche in modo che la mia storia, per quanto fantasy, non sembrasse “campata per aria”. Ho studiato la mitologia greca, le antiche tradizioni della Sardegna, i nomi antichi dei paesi sardi, le religioni politeiste… E in effetti Atlantis è un po’ un mix tra Grecia e Sardegna (anche se gli Atlantidei non apprezzerebbero il mio paragone), che sono poi le culture che sento più vicine a me: ho studiato al Liceo Classico e vivo in Sardegna. Mi sono divertita in particolare a inventare i nomi degli Atlantidei e delle divinità: anagrammi, giochi di parole, assonanze… Uno dei momenti più divertenti della scrittura, a mio parere.

Cosa ti appassiona nella letteratura? Hai scrittori che ti hanno ispirata?

Io adoro la letteratura fantastica e i grandi classici, la letteratura per l’infanzia, l’ucronia e la distopia. Leggo comunque ogni cosa, ma questi sono i generi che prediligo. In realtà non mi sono realmente ispirata a qualche scrittore, ma non nego che J.K.Rowling possa aver influito sul mio stile e sulla mia personalità di scrittrice. Ammiro questa donna meravigliosa che, nell’oscurità più assoluta ha ritrovato la sua luce grazie alla scrittura e ha illuminato l’intero mondo dell’infanzia con la sua storia, il suo mondo e i suoi personaggi. L’ho persino citata nei ringraziamenti, pensate! La sua forza d’animo e la sua fantasia sono fonte per me di grande ispirazione.

Hai avuto problemi a cercare un editore?

Sinceramente… pensavo peggio! All’inizio ho volato troppo alto, puntando alle grandi case editrici. Alcune di queste non hanno risposto neppure alla mia lettera o alle email, altre hanno risposto negativamente. Poi però sono tornata con i piedi per terra e ho trovato La Riflessione, una piccola casa editrice, che in un mese mi ha detto: <<Sì, pubblichiamo il tuo romanzo!>>. Io ero al settimo cielo, ovviamente, anche perché era una casa editrice sarda a pubblicarmi. Di nuovo Atlantide e la Sardegna erano indissolubilmente legate.

Quali suggerimenti daresti a uno scrittore emergente?

Prima di tutto, cercare un editore solo quando si è sicuri che il romanzo è completo. Non dico perfetto, perché la perfezione non esiste, e gli errori e i refusi spuntano come funghi anche dopo venti correzioni, editing e revisioni. Quando comunque si ha una certa sicurezza, ci si può avventurare nella ricerca dell’editore: internet, in questo senso, è una miniera d’oro. Bisogna armarsi di molta pazienza e cercare tutti i siti in cui altri autori suggeriscono una casa editrice piuttosto che un’altra, poi dare sempre un’occhiata al catalogo, al genere trattato, alla distribuzione… E poi mandare tante email! Visto la mia esperienza, non consiglio l’invio del manoscritto, una sinossi sarebbe preferibile; se è possibile avere un colloquio, ancora meglio!

Quando uscirà il secondo capitolo di questa saga? Hai già scritto l’intera storia?
Il secondo capitolo di Atlantis è ancora sul mio pc, ben custodito e in attesa di tante altre correzioni, perciò da qui a essere anche solo proposto a una casa editrice passerà parecchio tempo. Il plot di ogni romanzo è stato progettato già dal 2006, perciò diciamo che so come andrà a finire e quali sono gli avvenimenti principali. Anche il terzo è a buon punto, ma su questo sono superstiziosa perciò non dirò altro. Cambiano molte cose nel corso della revisione.

Hai altri progetti in mente?

Prima di tutto devo finire Atlantis, che ormai è nella mia testa da cinque anni! Nel frattempo, comunque, ho già sperimentato un romanzo distopico (inedito), che spero di pubblicare prima o poi, magari inserito in una serie di romanzi distopici a tema unico. E poi ci sarebbe un’altra trilogia fantasy… Ma non dico niente! In ogni caso vorrei essere una scrittrice versatile, spaziare tra generi, tecniche, luoghi e personaggi. E migliorarmi sempre.

 


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