Doppia recensione: BREATHERS, l’anonima zombie


BREATHERS l’anonima zombie

“Due punti di vista per un romanzo”

A cura di Alexia Bianchini e Daniela Barisone

Eppure continuo a pensare che dovremmo sceglierci un nome diverso da “Anonima zombie”.

Dopotutto, se sei un morto vivente, sei anonimo pressappoco quanto un travestito con la ricrescita della barba in bella vista.

Scott Browne, Breathers – L’anonima zombie

Titolo: Breathers – L’anonima zombie

Autore: Scott G. Browne

Editore: Casini Editore

ISBN: 9788879051675

Num. Pagine: 250

Prezzo: 18,00 euro

Voto: 5/5 per entrambe

 

Trama

La vita di Andy è un casino! Diventato da poco uno Zombie, è costretto a vivere nella cella frigorifera che i suoi genitori hanno nello scantinato; frequenta l’Anonima Zombie e come se non bastasse non può neanche lamentarsi, visto che la sua bocca è stata cucita al momento dell’imbalsamazione! Ma tutto sembra volgere al meglio quando Andy incontra Rita, una Zombie molto carina che si è suicidata di recente, Tom, uno Zombie vegetariano al quale dei teppisti hanno rubato le braccia, e Jerry, un playboy con la passione per la pornografa rinascimentale. Stanco delle discriminazione che quotidianamente subisce, in ufficio come al supermercato, Andy decide di intraprendere una class-action in difesa dei diritti di tutti gli Zombie. Ma la causa suscita subito un’enorme eco nei media, e Andy diventa presto una celebrità…

 

Recensione a cura di Alexia

Andy è uno zombie, e non è il solo. Scardinate ogni vostro archetipo e non fossilizzatevi sui film di Romero, lo dice anche l’autore. In questo romanzo le cose sono diverse, o almeno all’apparenza.

L’ironia di questo grande scrittore è percepibile già dalle prime battute. L’idea di miscelare elementi horror-fantasy, tra i più cruenti ed efferati, a battute sarcastiche è davvero geniale.

La morte viene vissuta sulla propria pelle. Non come evento d’impatto, ma come stato d’animo effettivo, nella sua angosciante quotidianità. È il perdurare di una non vita che rende beffarda la Signora con la falce.

Possibile che questi zombie non mangino carne fresca? Davvero possono innamorarsi nello stato impietoso in cui si trovano? Certo è che l’unica risorsa è unirsi, in una sorta di incontro che ricorda l’anonima alcolisti. Come sei morto? Da quando? Come sopravvivi? Come reagisci nei confronti di una società che non ti vuole? Come nascondere l’odore?

Questo è

uno dei maggiori problemi quando si torna indietro dalla morte. Il tanfo non va mai via del tutto.

Una cosa è certa per Andy, almeno ad Halloween non avrà più bisogno del costume.

Gli elementi che spiccano in questo romanzo sono indubbiamente il razzismo e l’emarginazione. Emerge lo stato d’animo di chi viene escluso dalla società perché additato come diverso, schifato in quanto reietto. Oltretutto il nostro protagonista, di cui non ci si può non affezionare, non può più parlare, quindi la sua frustrazione aumenta a dismisura non potendo esprimere il suo disagio, la sua rabbia. La narrazione in prima persona permette di sentire, vedere, percepire con i suoi occhi, gli occhi di un non-morto, la cruda realtà che sta vivendo.

La visione di questo autore rende gli zombie più umani, e  molte sono le citazioni a quelli che sono i film che appartengono all’immaginario di questa creatura.

Molti sono i messaggi che il libro trasmette fra le righe. Le riflessioni sul significato della morte non mancano di certo.

Andy diventa suo malgrado un killer agli occhi dell’uomo normale, sebbene sia frutto dell’evoluzione a cui è stato costretto.

Molte descrizioni sono cruente e i dettagli significativi. La drammaticità di una situazione orripilante è ben miscelata al sarcasmo, creando un effetto dirompente.

Andy ha perso tutto, eppure nella sua situazione di non-morto, riesce a riemergere da quello stato di annullamento in cui è sprofondato.

Una storia dal profumo malinconico, dove i personaggi guardano al passato con rammarico, riuscendo in qualche modo a far fronte alle loro necessità, accettando – a fatica – il cambiamento.

 

Recensione a cura di Daniela

Brearhers è uno dei classici libri “ammazza miti”, in questo caso gli zombie, e lo fa dannatamente bene!

Siamo infatti fin troppo abituati a zombie in contesti apocalittici, fine del mondo… roba alla “The Walking Dead” se siamo fortunati, pacconate di serie B se abbiamo sfortuna.

In questo libro invece, Browne ci narra la storia di Andy, che perde la vita in un incidente stradale insieme alla moglie Rachel. Tutto normale insomma, se dopo l’imbalsamazione il pover’uomo si risveglia dalla morte! Tempo quarantotto ore e Andy entra ufficialmente a far parte di quelli che tutti conoscono come zombie.

Ma non è uno zombia normale, di quelli alla Romero che rantolano in giro cercando cervelli da mangiare, no, Andy ha la sua coscienza, quella che aveva in vita e gli riesce un filo difficile accettare la propria condizione e perdersi qualche pezzo putrefatto per strada. Che cosa irritante.

Così, con una caviglia rotta e strascicante e la bocca cucita, inizia l’avventura di Andy, recuperato in un canile dai genitori e messo a vivere nello scantinato. Leggiamo così il suo percorso all’Anonima Zombie, un gruppo di sostegno per chi ha avuto una “ressurrezione spontanea”.

Una mattina però Andy si risveglia e trova i suoi genitori a pezzi nel frigorifero… che sarà mai successo?

Un libro divertente e feroce allo stesso tempo, una critica alla società e l’ascesa di uno zombie che vuole rivendicare i propri diritti alla faccia di quei vivi che li vedono solo come carne da esperimento.

 

Scott Browne: http://sgbrowne.com/bio/


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