Via con gli Spiriti – Porco Rosso


Via con gli Spiriti

Porco Rosso

Scilla Bonfiglioli

 

 

“Un maiale che non vola è solo un maiale.

Porco Rosso

 

 

 

 

Signori e signore, sorvoliamo il Mediterraneo. Più precisamente ci troviamo sul mare Adriatico.

Da questa parte c’è l’Italia, dall’altra la costa dalmata, dove vive Porco Rosso.

Ci conviene atterrare in fretta, perché è in corso una battaglia tra l’idrovolante del Porco e i Mammaiuto, i pirati del cielo.

Non c’è da prenderli sottogamba.

Porco Rosso è il soprannome di Marco Pagot, un pilota d’idrocaccia un tempo appartenente alla Regia Aereonautica, ma che ora vive in esilio sulla costa adriatica opposta a quella italiana.

Di tanto in tanto vola fino al locale della bellissima Gina, frequentato da pirati del cielo, piloti di idrovolanti.

Questi ultimi lo detestano, perché il fuggiasco Marco ormai si guadagna da vivere in qualità di cacciatore di taglie e il suo aeroplano rosso è diventato sinonimo di vita difficile per i contrabbandieri.

Ma vedere Gina, per Marco, è più importante del rischio che corre.

Tra i due cresce da anni un sentimento forte, ma entrambi sono trattenuti da avvenimenti passati che incatenano le scelte del loro presente.

Gina era sposata da poco con Bernini, caro amico di Marco Pagot. Richiamati al fronte poco dopo  il matrimonio, Pagot e Bernini erano insieme nella battaglia letale della quale Marco esce come unico sopravvissuto.

La morte dell’amico non permette a Marco e Gina, nonostante gli anni trascorsi, di avvicinarsi abbastanza da unirsi come amanti.

Tuttavia, lei ha promesso a se stessa: se un giorno Marco giungerà a trovarla passando per il giardino curatissimo dietro al locale, lei gli concederà il suo cuore.

Potrebbe sembrare una scelta da poco.

In realtà non è così, perché Marco è un maiale.

Non che lo sia sempre stato. Tuttavia, durante la guerra diversi anni addietro, a Marco è accaduto qualcosa di inspiegabile mentre combatteva in volo.

Al momento di atterrare, si è trovato mutato in un porco antropomorfo.

La metamorfosi (dal greco meta e morphós, attraverso una forma) è una trasformazione. Può essere fisica o morale, reale o favolosa.

Nei pantheon di molte mitologie incontriamo creature capaci di cambiare forma o che la cambiano senza volerlo, per causa di forza maggiore, un po’ come succede a Marco.

Possono essere divinità, mortali o creature sovrannaturali.

Nei miti greci Zeus e Apollo mutano la propria forma in quella di animali per sedurre e unirsi a fanciulle mortali e ninfe. In quelli norreni il nano Fafnir cambia se stesso in drago.

Nella cultura islamica, ancora, troviamo i jinn, la cui principale caratteristica è proprio quella di essere mutevoli nelle sembianze.

In genere, quando si assiste a una metamorfosi in un racconto, in una fiaba o in un mito, la trasformazione fisica ha sempre a che fare con quella interiore.

Si muta forma perché dentro si cambia lo stato (sociale, mentale che sia) e con esso il modo di vedere il mondo.

La favola de La Bella e la Bestia[1] ne è un esempio eclatante: il principe che viene mutato in bestia cambia perché la sua natura interiore, avida e rude, è ferina e animalesca. Recupera la propria forma originale quando l’amore lo ingentilisce e lo riporta al suo stato di umanità.

Analizzare la figura del maiale in questo film di Miyazaki è complicato.

Si deve tenere conto di molte cose.

Secondo il buddhismo che impregna la vita del regista, per esempio, il maiale rappresenta quelli che sono i difetti dell’uomo.

È anche vero, però, che il maiale è un animale che a Miyazaki è molto simpatico, quindi probabilmente ai suoi occhi una trasformazione simile, per quanto bestiale, non è carica di significati negativi quando ci si potrebbe aspettare.

Lo stesso Studio Ghibli è chiamato affettuosamente buta-ya, la “casa del porco” per via di un’insegna vittoriana raffigurante un maiale che campeggia sul portico dell’edificio.

Come nella fiaba de La Bella e la Bestia, il pilota Marco viene maledetto: subisce una trasformazione in guisa di punizione. Diventa bestiale perché si chiude e dentro di sé incancrenisce.

Marco si sente in colpa per essere sopravvissuto. I compagni al fianco dei quali ha combattuto, Bernini in primis, sono tutti caduti fatta eccezione per lui.

È una condizione gravosa per un soldato: il rimpianto, la colpa di non avere potuto fare niente per salvare gli amici, il rimorso di essere vivo e godersi il mondo quando loro non  potranno più. Sebbene Marco sia italiano, risente di questa situazione in maniera ancora più pesante a causa della cultura del suo creatore, Miyazaki: in Giappone una simile condizione è più che mai considerata disonorevole.

Ecco che Marco acquisisce la forma animalesca per via delle proprie debolezze personali.

È il mito della maga Circe che trasforma in animali i marinai che giacciono con lei, nel suo palazzo sul mare, e l’animale in cui vengono mutati rispecchia la natura individuale delle vittime.

Il nome Porco Rosso, infine, potrebbe essere perfino un insulto dato dai nemici politici di Marco, dichiaratamente antifascista in un’Italia in cui comincia a germinare il regime.

Eppure Marco è un personaggio estremamente positivo che conduce le sue battaglie cercando di non uccidere e di non usare la violenza, laddove è possibile.

Si trova coinvolto presto in una trappola organizzata dai pirati del cielo, che cercano di metterlo fuori uso prezzolando il pilota americano Donald Curtis, rivale per la mano della bella Gina.

A calmare la collera dei contrabbandieri è Fio Piccolo, giovane meccanica italiana che ricostruisce con cura l’aereo di Porco Rosso e per il quale prova un amore tenero e adolescenziale, con il quale accarezza l’idea di poterlo liberare dalla maledizione che lo affligge. La ragazza si guadagna con l’ottimo lavoro l’ammirazione e la stima non solo di Marco, ma anche quella dei pirati Mammaiuto, colpiti dalla sua bellezza e dal suo amore per gli idrovolanti.

Le fazioni vengono a patti e la battaglia furiosa presto prende i connotati di un duello aereo.

Marco Pagot dovrà affrontare Donald Curtis.

Nel caso vincesse Donald, Fio dovrà acconsentire a sposarlo: il pilota americano è ben lontano dall’essere fedele a Gina, che stava corteggiando, e cambia immediatamente bandiera davanti al visetto pulito di Fio.

Qualora fosse Marco a vincere, le fatture della meccanica Piccolo riguardanti le migliorie all’aeroplano verranno coperte dall’americano.

Sono condizioni che terrorizzano Marco, che non vuole lasciare la ragazza nelle mani di Curtis.

Il duello si trasforma in una vera festa popolare che coinvolge le coste adriatiche. Procede senza esclusione di colpi, fino a quando si arriva al culmine. La mitragliatrice di Marco, però, si inceppa e quella di Curtis si scarica. La lotta procede a suon di pugni sulla spiaggia, tra le ovazioni del pubblico.

Alla fine è Marco ad aggiudicarsi la vittoria, ma l’arrivo improvviso dell’aeronautica militare italiana costringe pirati e spettatori a fuggire in tutta fretta.

Marco affida a Gina la piccola Fio a cui vengono consegnati i soldi di Curtis dal capo dei Mammaiuto in persona e insieme all’americano attira altrove l’aeronautica per consentire la fuga alle due donne e agli altri spettatori.

Prima di partire, la ragazza appoggia un bacio sulle labbra di Marco.

Ma questo non serve a fargli riacquistare la forma umana.

Adesso, però, la storia finisce e a noi tocca partire.

Non ci è concesso sapere se Marco si sia mai presentato, negli anni successivi, nel giardino di Gina per farne la sua compagna.

Ma la voce di Fio che ci accompagna tra i fiori senza rivelarci nulla, ci fa supporre che possa essere andata proprio così.


[1] La prima versione edita fu quella di Madame Gabrielle-Suzanne Barbot de Villeneuve, pubblicata in La jeune américaine, et les contes marins nel 1740. Altre fonti, invece, attribuiscono la ricreazione del racconto originale a Giovanni Francesco Straparola nel 1550. La versione più popolare è, tuttavia, una riduzione dell’opera di Madame Villeneuve pubblicata nel 1756 da Jeanne-Marie Leprince de Beaumont in Magasin des enfants, ou dialogues entre une sage gouvernante et plusieurs de ses élèves.


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